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Bari, medico in terapia intensiva per il Covid. L’appello della categoria: “Servono mascherine”

Pubblicato da: redazione | Gio, 13 Agosto 2020 - 11:00

È un 60enne barese, medico di base, l’uomo ricoverato in terapia intensiva, a Bari, dopo aver contratto il Coronavirus. A dare l’annuncio del ritorno in attività della rianimazione per un nuovo caso di complicazioni dovute al Covid-19 era stato il sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel corso dell’ultima diretta Facebook. Il primo cittadino aveva aggiornato i baresi sull’escalation di contagi e su un evidente abbassamento dell’età media delle persone risultate positive. Tra queste, anche due bambini di 5 e 6 anni. Quattro le persone, secondo quanto riportato da Decaro, che sono attualmente ricoverate nel reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Bari.

Intanto, l’arrivo di un nuovo paziente Covid in terapia intensiva, allarma la sezione provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale: “Sollecitiamo la Asl di Bari a fornire subito ai medici di medicina generale i dispositivi individuali di protezione previsti per legge – commenta Nicola Calabrese, segretario provinciale Fimmg, che aggiunge – La regione ha disposto di fornire i Dpi ai medici di famiglia, dato che la legge di conversione del decreto ‘Cura Italia’ prevede che i dispositivi di protezione individuale siano forniti in via prioritaria ai medici, compresi quelli con rapporto convenzionale”.

Secondo lo stesso segretario, nonostante i numerosi solleciti rivolti, in tal senso, alla Asl, al momento la bozza di regolamento è ancora in attesa di approvazione. “Se, insieme ai test sierologici, ai medici di medicina generale non verranno consegnati anche i Dpi indispensabili per effettuarli in sicurezza, come medici di famiglia non potremo garantire i test. Impensabile eseguire test sierologici a tappeto agli insegnanti senza adeguati dispositivi di protezione”  conclude Calabrese.

“In merito alla denuncia del sindacato Fimmg sulla mancanza di fornitura di dispositivi di protezione individuale ai medici di base, il direttore generale della ASL Bari, Antonio Sanguedolce replica: “I dispositivi di protezione sono disponibili in tutta l’azienda e la fornitura ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta non è stata mai interrotta”.

“Ogni distretto – prosegue – si è organizzato nella distribuzione capillare dei Dpi. Nella maggior parte dei comuni è stato individuato un referente dei medici di famiglia che ha provveduto a richiedere il quantitativo necessario e a rifornirsi. Nel distretto dell’area metropolitana di Bari, visto il numero elevato di medici di base che supera le 500 unità, per facilitare le operazioni di consegna e ritiro, è stato individuato al Di Venere un punto di raccolta dove i medici possono accedere nel rispetto delle norme anti Covid per evitare attese e assembramenti”.

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