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Puglia, troppe vite spezzate sulla strada. L’allarme dei volontari

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 26 Luglio 2020 - 08:00

 “In Italia non esiste una cultura della sicurezza stradale”, è quanto dichiarano all’unisono i volontari che si occupano ogni giorno di sensibilizzare i cittadini, soprattutto i giovani, in merito all’argomento. A raccontare questa realtà però non sono solo le parole dei volontari. I fatti parlano chiaro e i recenti avvenimenti accaduti in Puglia e, nello specifico, nel territorio barese ne sono la prova. Più di dieci morti a causa di incidenti stradali in una sola settimana, tra questi soprattutto giovanissimi. Mancato rispetto delle norme del codice della strada, mezzi di trasporto come biciclette o monopattini modificati che sfrecciano per le vie o sui marciapiedi senza tener conto dei pedoni o delle vetture, atteggiamenti spesso incoscienti e di totale inconsapevolezza di quelli che sono i possibili rischi per sé stessi e per gli altri, ma anche assenza di strutture idonee per il transito di ciclisti e pedoni. Sono solo alcune delle problematiche che preoccupano volontari, cittadinanza e istituzioni. Portare il conto delle vite spezzate sulla strada, a detta degli stessi, diventa infatti sempre più difficile.

“Il problema vero e proprio è che ci si sveglia solo quando c’è la tragedia, di cui se ne parla solo per qualche giorno. Non dobbiamo aspettare che qualcuno muoia, le campagne di sensibilizzazione vanno fatte 365 giorni l’anno. Purtroppo manca da parte delle istituzioni, ma anche della stessa cittadinanza, la cultura nei confronti della sicurezza stradale, sia come pedoni, sia come autisti, oltre che una massiccia sensibilizzazione nei confronti della stessa – ha commentato Antonio Coladonato, presidente dell’associazione no profit Vivi la strada.

Coladonato ha sottolineato quanto la situazione, soprattutto nel barese, stia peggiorando, condividendo le preoccupazioni riportate da Michele Palumbo, comandante della Polizia Locale. Sotto accusa, da parte del presidente dell’associazione, tra le altre cose, la mossa “azzardata” da parte del sindaco Antonio Decaro, di immettere su strada monopattini elettrici senza prima dotare la città di strutture idonee per il transito. “In Svezia, prima di fare una strada, ci si preoccupa di costruire quanto serve a pedoni e ciclisti per transitare in sicurezza.  E’ necessario rieducare la gente, ma per farlo serve sia andare a monte, sia partire dal basso. Dobbiamo essere tutti educatori, usando il nostro tempo stando al fianco degli altri, soprattutto dei nostri figli che hanno bisogno di essere ascoltati. Serve essere vigili degli altri – ha concluso Coladonato richiamando un progetto della stessa associazione dedicato alla sensibilizzazione ai più piccoli.

A fare eco a queste preoccupazioni anche Lorenzo Moretti, vicepresidente della fondazione Ciao Vinny, per il quale però, la scelta del Sindaco è una possibilità in più offerta ai cittadini per avvicinare Bari al mondo. “La problematica più grande riguarda la cultura della sicurezza stradale, al giorno d’oggi è sommaria. I giovani soprattutto hanno una visione distorta da internet. Tutto, persino la morte, che non è un evento di routine, lo vedono ogni giorno sui propri schermi. Questo non da realmente percezione di quanto accade. La gente non sa, perché non ci pensa, a meno che non succeda qualcosa di grave, che essere su strada è come essere su un percorso di guerra. Si può uccidere qualcuno o si può diventare vittima, basta un attimo. A mio parere va fatta una campagna di repressione oltre che di sensibilizzazione” – ha dichiarato il vicepresidente della fondazione.

Lo stesso ha precisato che i numeri degli ultimi vent’anni, soprattutto in seguito alla presenza della patente a punti, sono migliorati, ma non è stato ancora raggiunto l’obiettivo di abbattere del 50% il numero di incidenti stradali. Il dato attuale è al 43% circa. Dato che non arriva a quanto richiesto dall’Europa. Nonostante le migliorie apportate alle infrastrutture, la patente a punti e i molti provvedimenti attuati dalle istituzioni, tra questi anche gli ultimi apportati proprio nel territorio barese in merito alle diverse problematiche emerse all’uso improprio dei monopattini elettrici, i numeri non sono in discesa.

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