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Bari Pride, il 18 luglio manifestazione statica in piazza Prefettura

Pubblicato da: redazione | Mar, 14 Luglio 2020 - 07:15

Il coordinamento Bari Pride ha organizzato per sabato 18 luglio alle ore 18 la manifestazione “diritti in piazza”, un pride statico pensato per scendere in Piazza Prefettura a sostegno dei diritti lgbtqi+ (e non solo) ma nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti-Coronavirus: no alla classica sfilata dunque, ma fermi in piazza per manifestare, senza rinunciare alla musica e al colore.

“Anche e soprattutto in un momento storico come questo infatti è necessario continuare a lottare per i nostri diritti: la pandemia ha reso ancora più marcate le disuguaglianze sociali, e molte persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali hanno vissuto difficoltà ulteriori, dalle discriminazioni in ambito lavorativo alle violenze in ambito domestico”.

“Scendiamo in piazza con la volontà di far sentire la nostra voce ma in totale sicurezza – dichiara Matteo Nigri, co-portavoce del Bari Pride -. Possiamo e vogliamo scendere in piazza nonostante quello che è accaduto, ma non vogliamo che ricapiti, e non vogliamo che la nostra urgenza di manifestare per i nostri diritti venga strumentalizzata.”

Attraverso la pubblicazione del proprio manifesto politico, il coordinamento Bari Pride ha reso note le proprie rivendicazioni: in prima battuta, l’approvazione del disegno di legge nazionale contro la misoginia e l’omo-lesbo-bi-transfobia – che sarà discusso alla Camera il prossimo 27 luglio. Una legge necessaria, seppur non totalmente bastevole, la cui approvazione non deve essere il risultato di mediazioni al ribasso sui nostri diritti, ma aprire le porte anche alla messa in campo di politiche attive per contrastare le discriminazioni in tutti gli ambiti, dalla formazione al lavoro.

Tante altre sono le istanze, suddivise per piani territoriali: urgente sul piano regionale la stabilizzazione del servizio del Policlinico di Bari per le persone trans, centro di eccellenza che tuttavia periodicamente subisce il duro colpo dell’assenza di fondi; nato nel 2003 come progetto infatti, il DIG – day hospital per l’identità di genere, non è mai stato ricompreso nell’organico dei servizi sanitari offerti dal Policlinico, con enormi problemi per le soggettività trans.

Sul piano nazionale invece si rivendica il matrimonio egualitario, il diritto alla genitorialità per le coppie omosessuali nonché il riconoscimento delle famiglie arcobaleno (già esistenti in gran numero, ma sprovviste di tutele giuridiche rispetto al genitore non biologico), parità sul piano retributivo fra uomini e donne, educazione sessuale nelle scuole e minori difficoltà burocratiche nel riconoscimento delle identità trans.

Per la città di Bari inoltre si chiede un rifugio che accolga le vittime di violenza omotransfobica, e l’iscrizione anagrafica presso il Comune di Bari di migranti e nativi senza fissa dimora. ‘Un piccolo accorgimento burocratico – dicono gli organizzatori – che consentirebbe a tante persone l’accesso a servizi essenziali, come le cure mediche, e a diversi altri strumenti di welfare.’

“Cerchiamo di abbracciare un’idea intersezionale rispetto alle nostre battaglie: il nostro slogan di quest’anno è ‘nessun orgoglio per qualcuno di noi senza liberazione per tutti quanti noi’ ” dichiara Carolina Velati, co-portavoce del Bari Pride.

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