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Uno studio dell’Università di Bari svela le ragioni delle eruzioni dei vulcani sottomarini

Pubblicato da: redazione | Gio, 2 Luglio 2020 - 15:30

Una ricerca internazionale che svela il meccanismo alla base delle grandi eruzioni esplosive nei vulcani sottomarini è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Geoscience dai docenti Pierfrancesco Dellino e Daniela Mele del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari Aldo Moro.

Si tratta di uno studio che potrebbe avere ricadute importanti sulle tematiche globali che riguardano gli equilibri dinamici del pianeta Terra, perché permette una migliore comprensione di un fenomeno che produce circa il 90% del magma del nostro pianeta e che, attraverso le sue emissioni, rappresenta una componente fondamentale dell’equilibrio sifico-chimico degli oceani e, dunque, dell’atmosfera. L’esempio citato nella pubblicazione su Nature Geoscience è quello di un’eruzione recentemente avvenuta nel vulcano sottomarino Havre a nordovest della Nuova Zelanda: robot subaquei hanno ripreso il fondale, situato a mille metri sotto il livello del mare, per raccogliere campioni del materiale eruttivo che è poi stato portato in laboratorio per esperimenti sui meccanismi di innesco delle esplosioni a contatto con acqua. Lo studio è proseguito attraverso l’analisi delle immagini del particolato solido eruttivo che ha poi consentito di dettagliare i processi di interazione fra il magma e l’acqua che portano all’innesco delle esplosioni.

Ulteriori ricerche potranno dimostrare come questo tipo di eruzioni possa avere effetto sui cambiamenti climatici. Le tranquille eruzioni effusive che producono colate di lava sottomarine trasferiscono molto lentamente il calore all’acqua e non generano particolari variazioni nella circolazione delle correnti oceaniche. Nelle eruzioni esplosive, invece, il magma è sminuzzato in particelle molto piccole ed il trasferimento di calore all’acqua è molto più rapido, potendo portare a sensibili variazioni nell’equilibrio termico delle correnti a livello locale e globale con conseguente impatto sul clima.

(Foto: uniba.it)

 

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