“Una sentenza poco condivisibile quella emessa dal Tar di Lecce e ci chiediamo come si possa anche solo pensare di costruire case in prossimità del mare. Si è detto che le centinaia di progetti analoghi, oggi bloccati, potranno finalmente essere realizzati, ma che non c’è alcun assalto alla costa. Sono due aspetti agli antipodi e inconciliabili. Il rischio tangibile è che le coste pugliesi, beni di alto valore naturalistico, verranno invase dal cemento. Su questa scia presto vedremo materializzarsi uno stravolgimento del paesaggio, che a tutti i costi vogliamo evitare. Lo strumento per evitare un disastro esiste ed è la Legge sulla Bellezza. Chiediamo alla Regione Puglia di dare seguito quanto prima alla sua approvazione, quale via per una organicità di interventi di tutela». Commenta così il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, la sentenza del Tar Lecce che ha annullato il vincolo di inedificabilità entro 300 metri dal mare, accogliendo il ricorso di una donna residente nella Marina di Mancaversa (Taviano) per costruire la propria abitazione a pochi passi dalla costa.
L’associazione ambientalista ricorda che in Puglia negli ultimi anni sono stati urbanizzati 454 km di costa da interventi legali e illegali, con un progressivo aumento del cemento in tratti naturali e agricoli, a favore di seconde case, strutture ricettive e ville di lusso.