Una convenzione tra la Regione Puglia e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, per il coordinamento delle attività finalizzate allo sviluppo delle conoscenze in materia dei cosiddetti “sinkhole”: si tratta degli sprofondamenti dovuti alla presenza di cavità nel sottosuolo di origine naturale e artificiale sul territorio della Puglia, per il cui studio la Regione lavorerà fianco a fianco con l’ISPRA a seguito della sottoscrizione del protocollo da parte del direttore del Dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio, Barbara Valenzano.
“Si tratta di una convenzione non onerosa e della durata di tre anni, il cui schema è stato approvato lo scorso 10 giugno, che ha come obiettivo l’attivazione di un gruppo di lavoro per un confronto tecnico-scientifico-culturale su alcuni importanti aspetti legati alle cavità sotterranee – spiega Giovanni Giannini, assessore regionale con delega, tra le altre, alla Difesa del suolo, che precisa come da tale collaborazione nasca la possibilità di “integrare nuove ricerche e procedure aggiornate di censimento e catalogazione delle cavità, analisi della pericolosità territoriale, tecniche e procedure di monitoraggio e consolidamento, nonché di valorizzazione e fruizione delle stesse cavità sotterranee”.
La Puglia è, infatti, una di quelle regioni come Lazio, Campania, Toscana, Sicilia, caratterizzate dalla presenza diffusa di cavità sotterranee, che possono evolvere causando sprofondamenti del piano campagna. Alcune ricerche effettuate sul territorio pugliese hanno evidenziato un preoccupante aumento nella frequenza degli eventi di sprofondamento, tanto connessi a cavità naturali (Grumo Appula, Lesina Marina, Porto Cesareo) che artificiali (Canosa di Puglia, Altamura, Gallipoli, Barletta). Si tratta di fenomeni di dissesto del suolo con una rapida evoluzione che destano grande preoccupazione per il tessuto urbano e per la pubblica e privata incolumità, poiché i vuoti nel sottosuolo possono determinare sprofondamenti improvvisi del piano campagna e causare danni a strutture e infrastrutture, con pesanti perdite in termini economici e, in alcuni casi, determinando anche vittime.
Sul territorio regionale le cavità sotterranee hanno spesso un interesse paesaggistico/turistico e storico/religioso (grotte, chiese rupestri, santuari, catacombe, frantoi ipogei, acquedotti sotterranei, ecc.) e rappresentano un bene da tutelare e valorizzare, anche in relazione alle notevoli ricadute socio-economiche sulle popolazioni locali, dato che alcune di esse sono aperte al pubblico. Grazie al lavoro istruttorio del Dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio, il comitato di coordinamento geologico tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, coordinato dall’ISPRA, riunitisi lo scorso 4 giugno, ha deliberato il finanziamento per il foglio geologico di Taranto, di un totale di 530.000 euro, che verranno utilizzati principalmente per formare una classe di geologi esperti, rilevatori e analizzatori di dati, studiosi da coinvolgere anche per gli altri fogli che saranno in seguito finanziati. Insieme alla Puglia, hanno ottenuto nuovi finanziamenti altri 11 Regioni. L’aggiornamento dei fogli geologici di base è uno strumento fondamentale per la valutazione delle pericolosità geologiche e la messa in sicurezza del territorio regionale e del suo patrimonio edilizio e infrastrutturale.
Questo progetto, che prevede la realizzazione di fogli geologici di base con una cartografia moderna a scala 1:50.000, era fermo da venti anni. “La scelta di Taranto – prosegue Giannini – condivisa anche con il Direttore Generale dell’ASSET, Elio Sannicandro, è stata dettata dalla quantità di dati geologici, già acquisiti negli anni disponibili per essere analizzati e interpretati; dati acquisti con fondi pubblici che costituiscono una solida base per la compilazione della cartografia geologica ufficiale. Inoltre questo lavoro potrà essere utile per la futura pianificazione di azioni di bonifica nel territorio di Taranto”.
(Fonte: Flikr)