“La situazione è drammatica e dopo il lockdown è notevolmente peggiorata”. È quanto dichiarato da alcuni volontari impegnati sul fronte ambientale e fortemente preoccupati per le condizioni di degrado e abbandono in cui vertono alcune zone della città e della provincia di Bari.
Le immagini parlano chiaro: con la ripresa delle attività, l’immondizia abbandonata sulle strade è aumentata, ma non solo. Nel post Covid19, a cambiare è stata anche la tipologia di rifiuti: mascherine, guanti in lattice, contenitori di igienizzanti per le mani e di salviette utili per la sanificazione di oggetti, si aggiungono agli scarti di fronte ai quali i volontari si sono purtroppo sempre imbattuti durante le operazioni di clean-up.
“Si diceva che ne saremmo usciti migliori, ma così non è stato, anzi, sembra che il lockdown abbia notevolmente incattivito la gente – è il commento di Roberto Tatoli, responsabile del gruppo Vogliamo Santo Spirito Pulita – Siamo stati quattro mesi fermi e la situazione sembra essere adesso ulteriormente peggiorata. Ai classici rifiuti che generalmente trovavamo prima, si sono aggiunti guanti in lattice e plastica, mascherine, bottiglie, lattine, contenitori per il cibo d’asporto. Durante il primo clean-up dopo la ripartenza, in un’ora e mezza abbiamo raccolto 40 sacchi di rifiuti: un numero impressionante. Stiamo cercando di sensibilizzare altra gente e altre associazioni perché ci sarà bisogno di ulteriore supporto”.
Lo stesso pensiero è condiviso da Morena Aloiso, responsabile del gruppo Vogliamo Bitonto Pulita: “Le immagini parlano chiaramente, la situazione è peggiorata. Non è cambiato nulla, anzi, basta farsi un giro per le campagne per notare quanto siano strapiene di scarti” – ha commentato la volontaria. L’allarme era già stato lanciato dal sindaco Antonio Decaro con alcune fotografie pubblicate sulla propria pagina Facebook ufficiale, in cui, dopo le prime serate di movida, il centro barese e il lungomare apparivano pieni di rifiuti di diverso tipo abbandonati proprio dagli stessi cittadini. Una preoccupazione condivisa, quella dei volontari, che passano la maggior parte del proprio tempo ad occuparsi proprio di questo, nel tentativo di mantenere puliti i territori, ma soprattutto di sensibilizzare al tema. “La gente sta avendo una specie di reazione di rimbalzo alla quarantena forzata – ha commentato Michele, volontario del gruppo di Bitonto, preoccupato per la generale disattenzione verso le tematiche ambientali.
Pessimismo è stato espresso anche da Giovanna, volontaria che, autonomamente, ripulisce diversi spazi del territorio barese: “L’immondizia aumentava anche durante il lockdown, questo vuol dire che la gente, al posto di restare a casa, motivata dai pochi sguardi in circolazione durante quel periodo, usciva volutamente per buttare i propri rifiuti, al posto di approfittare del momento per imparare a differenziare con cura gli stessi o a produrne meno. È assurdo che ci si impegni ad inquinare l’ambiente trasgredendo ogni forma di regola piuttosto che adeguarsi a norme che gioverebbero non solo per l’ambiente, ma anche per la vita della comunità. Bisogna fare qualcosa di concreto, no è possibile continuare così”. Insomma, il pensiero comune è quello di grande preoccupazione in vista di quelli che saranno gli sviluppi futuri, soprattutto in vista dei molti materiali usa e getta, tra cui dispositivi di sicurezza che, con l’emergenza sanitaria, sono diventati parte integrante della vita di ogni cittadino.