Sul gong finale è arrivato l’accordo tra commissari di Banca Popolare di Bari e i sindacati: anziché 900, gli esuberi saranno 650, mentre le filiali da chiudere passano da 94 a 91. Mcc ha garantito “l’intenzione di sviluppare il progetto volto alla creazione di un polo bancario del Sud”, riferiscono fonti sindacali presenti all’incontro di ieri.
L’intesa tra i commissari e i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin sugli esuberi spiana la strada al piano di salvataggio di Mcc e Fitd, tra oggi e domani è previsto anche il via libera di Bruxelles all’operazione. L’accordo è stato firmato Roma ed è arrivato dopo diverse settimane di trattative e di nervi tesi. Ora, però, vengono gettate le basi per il salvataggio dell’istituto di credito pugliese. Il testo sottoscritto prevede 650 esuberi sul totale di 2.700 dipendenti spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione “Quota 100”. Esclusi licenziamenti ed esternalizzazioni, l’accordo prevede che pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria e permetteranno un risparmio di 67 milioni di euro, meno rispetto ai 70 milioni inizialmente chiesti dai commissari. Saranno chiuse 91 filiali, anche in questo caso con una riduzione rispetto alla richiesta dei commissari di 94. “Scongiurata – spiegano i sindacati – qualsiasi ipotesi di esternalizzazione. Verranno confermati tutti i contratti di lavoro a tempo determinato”. Nell’accordo non hanno trovato spazio né i riferimenti alla legge 223 del 1991 sui licenziamenti collettivi né i riferimenti al demansionamento delle lavoratrici e dei lavoratori. La mobilità del personale sul territorio sarà fortemente limitata. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto “una forte discontinuità nel management affinché il piano industriale sia gestito ad un nuovo gruppo dirigente”.