Sono circa 700mila le prestazioni sanitarie, tra esami e visite, che il sistema sanitario pugliese deve recuperare. A tanto ammonta l’arretrato che si è accumulato durante i tre mesi di sospensione dell’attività non urgente per far fronte all’emergenza coronavirus, lo conferma il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro.
“Con i direttori delle Asl – spiega – negli ultimi due giorni abbiamo fatto un report complessivo, da marzo a maggio, per via del Covid, rispetto allo stesso periodo del 2019, negli ospedali e ambulatori è stato garantito il 30% delle prestazioni”. In sostanza solamente quelle urgenti. E’ stato, quindi, studiato un piano per l’abbattimento delle liste di attesa: entro settembre, la Regione conta di smaltire le 700mila prestazioni che si sono accumulate. Come? Innanzitutto organizzando turni di 12 ore per sei giorni, poi è previsto l’aumento delle ore di specialistica ambulatoriale nel pubblico e i privati accreditati dovranno raddoppiare la loro attività utilizzando il budget di marzo, aprile e maggio non speso per lo stop. Se non dovesse essere sufficiente, la Regione è pronta ad effettuare nuove assunzioni nel pubblico e ad acquistare dai privati accreditati ulteriori prestazioni extra budget.