Gli studenti universitari protestano nei confronti della Regione Puglia e dell’Adisu e chiedono un sostegno economico di 500 euro per permettere a tutti di acquistare gli strumenti digitali che occorrono per poter seguire i corsi online.
“Cara Regione Puglia, cara Adisu Puglia siamo i molti studenti e le molte studentesse che sono stati travolti e travolte dalla crisi implosa durante questa fase emergenziale con importanti conseguenze che hanno limitato e ostacolato il nostro percorso universitario”, commenta il coordinatore generale di Link Bari, Savino Ingannamorte. “É tanta – prosegue – la rabbia che accompagna gli studenti e le studentesse in questa fase particolare che stiamo attraversando. Per tale motivazione oggi ci riuniamo in un flash mob assieme a studenti e studentesse che hanno partecipato alla scorsa assemblea online sul diritto allo studio per pretendere di essere ascoltati. Siamo stanchi di continuare a subire passivamente il silenzio delle istituzioni che continuano a declinare le nostre proposte o a temporeggiare. Ora vogliamo risposte e misure concrete da parte dell’Adisu Puglia e della Regione Puglia”
“Lo scorso lunedì abbiamo voluto riunirci in un’assemblea aperta a tutti per poterci organizzare e farci sentire dagli enti rappresentativi del diritto allo studio universitario. Eravamo in 150 tra studenti e studentesse – commenta Vanessa Riela di Link Bari – all’assemblea aperta online sul diritto allo studio che si è svolta lo scorso mercoledì. Diversi sono i problemi che oggi abbiamo voluto porre all’attenzione delle istituzioni: dall’’impossibilità di rientrare nelle proprie residenze alle difficoltà economiche che attanagliano la vita di moltissimi e moltissime di noi vista la crisi economica implosa con lo scoppio della pandemia globale e che mette molte famiglie alle strette non potendosi permettere di pagare le tasse universitarie e l’affitto dei propri figli che studiano all’università o semplicemente l’acquisto di digital device. Cara Adisu Puglia, cara Regione Puglia è arrivata l’ora di fare chiarezza: erogateci il contributo di 500 euro per l’acquisto di strumenti digitali e ascoltate quelle che sono le nostre necessità. Studiare non è un merito, è un diritto! Tuteliamo e tutelatelo!”