Peggiora durante la pandemia la qualità del sonno degli italiani stando ai risultati di una ricerca su 1000 persone effettuata da Assirem Ets, l’associazione Italiana per la ricerca e l’educazione nella Medicina del Sonno.
Gli italiani vanno a letto 1-2 ore più tardi rispetto al periodo pre-Covid e impiegano più tempo per addormentarsi: il 50% di coloro che si addormentava in 15 minuti ora si addormenta più lentamente ed è aumentata la percentuale di coloro che ci impiegano più di un’ora. Anche il risveglio si è ritardato di 1-2 ore, lasciando quindi immutato il tempo totale di sonno,ma si evidenzia una tendenza alla diminuzione.
Cambia, invece, la qualità del sonno che passa da “molto buona” per il 17% degli intervistati all’8,2% attuale; risulta “abbastanza buona” per il 39,6%, mentre prima lo era per il 64,9%; giudicata “abbastanza cattiva” dal 37,2% (prima era giudicata tale dal 16,1%) e infine il 15% la giudica “molto cattiva” contro il 2% precedente. Si può concludere, quindi, che oltre la metà degli intervistati indica una qualità del sonno” abbastanza o molto cattiva”.
“L’indagine fornisce spunti interessanti di approfondimento” – commenta il Dottor Raffaele Ferri, Presidente Assirem Ets – evidenziando un trend di peggioramento che va monitorato e seguito con attenzione per prevenire possibili conseguenze a lungo termine sulla salute delle persone e la cronicizzazione di alcuni di questi disturbi”. (Ansa)
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