Svolgevano attività investigativa senza requisiti di legge: questa mattina, agenti della Divisione Amministrativa e Sicurezza e della Squadra Mobile di Brindisi hanno eseguito gli arresti ai domiciliari nei confronti di A.C., 58 anni, e e A.D., 56, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica.
Sono indagate altre tre persone, due uomini ed una donna, una residente a Lametia Terme e le altre a Brindisi. Agli arrestati si contesta di aver svolto attività di investigazione, violando il domicilio privato con l’apposizione di microspie, in tal modo minando la privacy delle persone cui l’indagine era diretta, senza essere in possesso delle autorizzazioni di legge. Infatti, in qualità di collaboratori di una agenzia di affari di Brindisi, si sarebbero adoperati nello svolgimento di indagini che venivano richieste da aziende, anche del capoluogo, nei confronti di dipendenti di queste ultime, sospettati di assenteismo ingiustificato. Nonostante l’agenzia di affari non fosse autorizzata allo svolgimento di tale attività, invasiva della sfera privata, le fatturazioni e la sottoscrizione dei rapporti di indagine sono stati intestati ad un ente di investigazione la cui sede è in Calabria, a Lametia Terme. Le indagini della Questura di Brindisi sono durante circa un anno: è stato sequestrato materiale informatico e fotografico. Entrambi sono pregiudicati. Il primo, in passato condannato per truffa, il secondo condannato in Cassazione per concorso in un duplice omicidio avvenuto a Bari nel 1992, quando era sovrintendente della polizia in servizio alla Questura di Bari.