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Riabilitazione al Policlinico di Bari “ridotta in due stanzoni angusti”: la protesta dei dirigenti medici

Pubblicato da: redazione | Mar, 21 Aprile 2020 - 09:00

“La disabilità per noi è unica. Perciò abbiamo trovato sconcertante privilegiare i pazienti con disabilità Covid da quelli non Covid come è avvenuto con la notizia dell’organizzazione di un ampio spazio interno presso il reparto di Malattie Infettive con posti letto per la Riabilitazione in cui ricoverare pazienti Covid negativizzati”. A scrivere una lettera indirizzata al Policlinico di Bari e alla Regione Puglia i dirigenti medici dell’unità operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione e Unità Spinale Unipolare del Policlinico Paolo Amico, Maria Teresa Amoruso, Luisa De Palma, Patrizia Dicillo, Giuseppina Frasca, Giancarlo Ianieri, Giuseppa Lagioia, Giuseppina Lelli, Laura Macchia, Marisa Megna, Sabino Mennuni, Maurizio Ranieri.

“Per quanto riguarda la riabilitazione – si legge nella nota – c’è l’esigenza di ricominciare a fornire ai nostri utenti i servizi che erogavamo prima dell’emergenza. La delibera 525 della Giunta regionale, che ha istituito l’iniziale rete ospedaliera per la gestione dell’emergenza, non prevede posti letto per la Riabilitazione. E sarebbe molto strana una modifica frettolosa della stessa delibera esclusivamente per la Riabilitazione dopo che il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia ha annunciato la dislocazione dei malati Covid in centri appositi tra i quali non figura il Policlinico di Bari. Il quale, sempre secondo quanto detto pubblicamente dal dottor Montanaro, dovrebbe essere finalmente restituito alle sue funzioni. Nelle more del ritorno ad Asclepios – prosegue la nota –  nuovi posti letto ci servirebbero invece per poter gestire meglio il servizio, ridotto al minimo, che noi, come le altre unità operative, stiamo prestando come effetto dell’emergenza. Attualmente la Riabilitazione è dislocata in due stanzoni angusti nel lato destro del piano terra dell’Ortopedia avendo accanto le stanze con i ricoverati della Neurochirurgia e della Chirurgia vascolare. C’è un solo bagno per i pazienti sia uomini che donne delle tre unità operative e non dei bagni dedicati come le disabilità richiedono. Alla fine del corridoio ci sono due sedie e una scrivania che fanno da postazione per i nostri infermieri. Non disponiamo né degli spazi, né delle attrezzature necessarie a gestire al meglio i ricoverati. E la chiusura degli ambulatori lascia nella totale incertezza la nostra vasta utenza”.

“Questa situazione – proseguono i dirigenti medici –  rende evidente che, non essendoci particolari necessità emergenziali, e risultando d’altro canto un’ampia utenza finora sacrificata alla riorganizzazione del Policlinico per fronteggiare al meglio la pandemia, sarebbe una forzatura inaccettabile mettere a rischio del personale specializzato nella disabilità da neurolesioni ponendolo a contatto con pazienti apparentemente guariti, ma che potrebbero ripositivizzarsi. Le gravi carenze delineate nell’attuale gestione dei disabili non Covid rendono invece prioritario, a nostro avviso, un rapido ritorno dell’unità operativa ad Asclepios con tutte le garanzie che la struttura e le attrezzature offrono”.

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