Quali sono le conseguenze dell’emergenza coronavirus sullo sport? Ne parliamo con l’avvocato Valentina Porzia, esperta in diritto sportivo.
Quali sono gli effetti di questa emergenza coronavirus sullo sport Italiano?
L’emergenza COVID-19 ha già fermato le attività di molteplici federazioni, quali ad esempio pallavolo, basket, pallamano, a livello agonistico e non. In questi giorni, spesso, si parla dei campionati di calcio e di quello che potrebbe essere il proseguo delle competizioni professionistiche e dilettantistiche. Non ultimo è giunto il parere del professore Rezza, epidemiologo di fama internazionale, secondo il quale riprendere il campionato a fine maggio è impossibile. Ebbene, ciò che un uomo di scienza a detto è quanto io sostengo da tempo. Le federazioni che non hanno ancora preso decisioni in merito molto probabilmente si conformeranno alle altre.
Come mai pensa sia impossibile la ripresa dei campionati di calcio?
Con l’attuale situazione, purtroppo, è impensabile ipotizzare di giocare tra un mese e mezzo, soprattutto tenendo conto che il calcio è uno sport di contatto, condizione senza dubbio aggravante per la diffusione del coronavirus.
Dato ulteriormente significativo è legato ai problemi che si avrebbero in caso di continuazione fino ad agosto, situazione che potrebbe pregiudicare la prossima stagione.
Per non parlare di quanto attiene alla contrattualistica. Immaginare di prolungare i contratti in scadenza il 30 giugno, è impossibile. Ciò significa, altresì, che i giocatori potranno liberarsi ma non potranno firmare per altri club, perché la finestra di mercato non si aprirà il 1° luglio. Teoricamente, anche stando alle recenti dichiarazioni di Emilio Garcia Silvero, legale della FIFA, i giocatori in prestito, a fine giugno dovrebbero ritornare alle squadre di provenienza senza, tuttavia, l’iscrizione in lista fino all’apertura effettiva del mercato.
Quale sarebbe il suo orientamento per il mondo del calcio?
Stando ai fatti e all’orientamento della FIFA, nonostante gli interessi economici che attualmente interessano i campionati di calcio e le problematiche relative alla gestione dei diritti tv e degli sponsor, ritengo che l’opzione migliore possa essere quella ove si assegnino promozioni e retrocessioni mantenendo inalterate la classifica attuale. Nessuno scudetto dovrebbe essere assegnato. Nel caso del campionato di massima serie, le posizioni al momento occupate in classifica sarebbero utilizzate anche per assegnare i posti nelle competizioni europee, altro punto delicato da trattare dal momento che in gioco ci sono milioni di euro. Ad ora, i regolamenti federali non prevedono nessuna disposizione in caso di sospensione dei campionati, nonostante, vi siano stati precedenti nel 1915 e nel 1974.
Lo sport non è solo calcio ai massimi livelli, che succede alla associazioni ?
Occuparsi, anzi preoccuparsi, del mondo dello sport anche in una situazione di emergenza, é importante e doveroso.
Avendo riguardo al solo sport professionistico in Italia ( 4 Federazioni su 45 riconosciute dal CONI) vediamo che questo rappresenta un vero e proprio settore trainante dell’economia e vale l’1,5% del nostro PIL.
Lo sport, con tutte le sue manifestazioni locali nazionali ed internazionali, é un’innegabile risorsa, una delle più significative del nostro Paese.
Da anni, le società, le associazioni, gli atleti, i tecnici, i dirigenti, i proprietari e gestori di impianti ed i collaboratori Sportivi di ogni ordine e tipologia sono un motore fortissimo, cresciuto con sacrifici ed abnegazione di chi ha smesso di vivere lo sport come un concetto esclusivamente ludico ricreativo. Sono loro lo sport.
Un mondo, fino ad ora, mai troppo considerato a cui finita questa emergenza bisognerà garantire una riforma che fornisca agli addetti ai lavori le giuste tutele e garanzie.