La trasmissione del disturbo bipolare tra le generazioni dipende dai geni. È quanto emerge da uno studio effettuato dagli scienziati della Virginia Commonwealth University di Richmond, basato su modalità innovative di analisi. Gli studi effettuati fino ad ora, condotti nello specifico dallo psichiatra Kenneth S. Kendler, hanno cercato di indagare i diversi ruoli dei fattori genetici e ambientali in relazione alla trasmissione familiare del disturbo bipolare, basandosi esclusivamente sulla somiglianza intra-generazionale e, dunque, soprattutto tra i gemelli. La nuova ricerca, al contrario, analizza nuove informazioni provenienti da registri svedesi ed esamina l’impatto della genetica, contrapposto agli effetti della crescita, sulla trasmissione della malattia bipolare da genitori a figli.
È secondo questa nuova traccia di studio che i ricercatori hanno ottenuto risposte concrete sull’associazione familiare tra disturbo bipolare e schizofrenia o depressione maggiore: “I risultati di questo studio indicano che i geni sono ampiamente responsabili della trasmissione del disturbo bipolare tra le generazioni, sebbene probabilmente siano presenti anche modesti effetti legati alla crescita – hanno dichiarato i medici – la trasmissione intergenerazionale tra disturbo bipolare e schizofrenia sembra essere genetica; per quanto concerne la depressione, la trasmissione sembra risultare in egual misura dai geni e dalla crescita, con una modesta correlazione genetica”. Lo studio, nello specifico, ha analizzato i dati relativi a 2,4 milioni di figli appartenenti a quattro tipi di famiglie: intatte (con progenie che risiedeva nello stesso ambiente familiare con i genitori biologici); figli non residenti con il padre biologico; figli che abitavano con un uomo con cui non vi erano legami biologici; famiglie adottive (con bambini adottati prima del quinto anno di età).
I risultati hanno dimostrato che nelle famiglie cosiddette “intatte”, i tassi di prevalenza del disturbo bipolare, depressione maggiore, schizofrenia e psicosi non affettiva, sono più bassi. Diversi i risultati per le famiglie con patrigni e per le famiglie adottive in cui, rispettivamente, i dati hanno mostrato tassi di prevalenza intermedi e alti. “Questi risultati si basano su diagnosi cliniche e, per ciò che conosciamo, si tratta di un nuovo design dello studio ad adozione estesa – hanno concluso i ricercatori – tuttavia, riteniamo che l’apparente validità dei nostri risultati sia supportata dalla loro coerenza tra i vari tipi di famiglie e, con due modeste eccezioni, dalle stime di trasmissione dal disturbo bipolare nei genitori e al disturbo bipolare nella progenie”.
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