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Coronavirus, sindacato dei carabinieri in rivolta: “No all’impunità per i gradi superiori”

Pubblicato da: redazione | Ven, 27 Marzo 2020 - 20:00

“In queste settimane di piena emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19, mentre migliaia di persone appartenenti alle Forze Armate e al corpo della Polizia rischiano la propria vita in mezzo alle strade, negli ospedali e nei luoghi strategici della Nazione a difesa della sicurezza nazionale e vigilando affinché i cittadini rispettino le disposizioni dettate per il contenimento dell’epidemia del coronavirus, nelle stanze parlamentari si sta consumando l’ennesimo tradimento ai danni dei militari, “di quelli di grado inferiore” che, anche in questo periodo di crisi sanitaria, adempiono al proprio dovere in modo esemplare”. La denuncia è del sindacato Unarma.

Il sindacato punta il dito contro un parere approvato all’unanimità in Commissione Difesa del Senato (Resoconto sommario n. 56 del 26/03/2020), con il quale si è chiesto al Governo  “in conformità con quanto previsto in situazioni analoghe per le altre amministrazioni dello Stato, di garantire forme di tutela, in sede civile e penale, nei confronti dei responsabili delle strutture delle Forze armate (compresa l’Arma dei carabinieri), limitando la loro responsabilità qualora questi abbiano assolto agli obblighi di informazione del personale sui rischi di contaminazione da agenti virali, e gli ordini emanati siano conformi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie”.

“Mentre i militari sono chiamati al rispetto degli ordini superiori  – si legge nella nota del sindacato –  in situazione di estrema incertezza e senza che vengano loro garantite le necessarie misure e condizioni di sicurezza, i parlamentari non hanno trovato di meglio che proporre una sorta di impunità per i gradi superiori delle Forze Armate, che si ritroverebbero così ad essere profumatamente pagati senza avere alcuna responsabilità nei confronti dei sottoposti nel caso in cui questi ultimi dovessero contrarre il coronavirus dopo aver adempiuto a ordini e direttive emanate in violazione delle norme di prevenzione e di salvaguardia dell’integrità fisica degli inferiori in grado”.

“Non possiamo sottacere nè sopportare che questa vergogna venga perpetrata ad esclusivo danno della stragrande maggioranza dei militari che stanno combattendo in prima linea e a vantaggio di una “casta” – continua la nota –  che da una parte sta facendo di tutto per non far equiparare i militari al resto degli impiegati civili dello Stato ma, dall’altra, tenta di appropriarsi delle norme di salvaguardia proprie dei dirigenti dello Stato, al fine di ottenere, così, una totale immunità anche nel caso di inadempimento ai doveri che incombono sui superiori”.

“Non possiamo accettare di essere lasciati da soli da quelle istituzioni che noi per primi tuteliamo e difendiamo, che vorrebbero cancellare con un colpo di spugna le norme della Costituzione, delle leggi e dei Regolamenti che impongono ai superiori in grado di dare, essi per primi, l’esempio del rispetto della disciplina e dell’osservanza dei regolamenti e di assicurare ai subordinati il rispetto delle norme di sicurezza e di prevenzione. Chiediamo, pertanto, che le forze politiche non diano seguito al parere approvato dalla Commissione Difesa del Senato, e sin d’ora promettiamo a tutti i militari che nulla sarà lasciato intentato affinché tale abietta norma, se approvata, venga posta nel nulla dai competenti organi giurisdizionali, perché non si ripeta un’altra Nassiriya”, conclude la nota.

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