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Coronavirus, i giovani medici di Bari contro il governo: “Servono borse di studio, non neolaureati in corsia”

Pubblicato da: redazione | Mar, 17 Marzo 2020 - 19:00

I giovani medici pugliesi sono sul piede di guerra, criticano e attaccano il governo nazionale dopo il via libera al decreto Cura Italia: a loro dire, il provvedimento, autorizzando l’inserimento negli ospedali di giovani medici senza specializzazione ucciderà la professione medica e metterà a repentaglio vite.

E’ la tesi dei  rappresentanti  del  Sigm, il  Sindacato  Giovani  Medici  Puglia. “Con  il  provvedimento  assunto  nella  giornata  del  16  marzo  2020,  denominato  “Cura  Italia”,  il  Governo  – scrivono – ha decretato  di  fatto  l’abolizione  del  percorso  di  formazione  specialistica  per  i  giovani  medici,  destinando  un numero  enorme  di  professionisti  al  precariato  e  a  un  percorso  lavorativo  ignoto,  tenuto  conto  che  sino  a  oggi si  è  più  volte  rimarcato  il  ruolo  centrale  della  formazione  specialistica  per  i  medici  del  presente  e  del  futuro. Fa  rabbia  che  tutto  ciò  accada  proprio  nelle  settimane  in  cui  la  professione  medica  torna,  finalmente,  a  essere considerata  fondamentale  per  la  società  civile,  ruolo  che,  almeno  da  un  paio  di  decenni,  è  stato progressivamente  abbandonato  per  svariate  ragioni  che  non  è  nostro  interesse  commentare”. I giovani medici avrebbero voluto, invece, un incremento delle borse per i corsi di specializzazione. “Il provvedimento di incremento delle borse – dicono –  è stato annunciato in pompa magna in quanto rappresentava un passo nella direzione giusta. Il provvedimento, da circa 150 milioni di euro (che rispetto ai 25 miliardi stanziati, rappresentano una cifra irrisoria) per coprire il quinquennio avrebbe dovuto essere inserito nel Decreto “Cura Italia” approvato ieri, 16 marzo 2020, eppure non c’era. Ma quel che c’era, invece, era lo slogan dei diecimila medici neoabilitati pronti a curare l’Italia, la più grande bugia sulla sanità del nuovo decennio, e ci abbiamo messo poco a inventarla, visto che è cominciato da soli tre mesi e mezzo.  Perchè il nostro sistema sanitario, che si basa sulla formazione specialistica e talvolta ultra-specialistica, adesso vedrà, con il prossimo SSM alle porte e se nulla cambiasse, circa 12mila medici a spasso, privi della formazione di cui sopra e abbandonati al giro delle guardie mediche, delle sostituzioni o delle soluzioni creative nel mondo della partite Iva. Al ministro Speranza, chiediamo: come potete credere che dei medici senza alcuna formazione possano curare le più disparate patologie, dalle più lievi alle più gravi, e consentire che il nostro venga ancora chiamato un Sistema Sanitario di qualità?”.

Quindi, ecco la proposta: “Si provveda subito a fornire l’inderogabile diritto alla formazione, con l’incremento delle borse di Scuola di Specializzazion, sino all’equiparazione del nuemero di borse rispetto alla capienza formativa massima per ciascuna scuola e sede. Lo facciamo per tutti, per i nostri concittadini che meritano Medici competenti e non allo sbaraglio, lo facciamo per tutti i professionisti che si affacciano al mondo del lavoro e per gli studenti che a breve ci raggiungeranno”.

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