La storia di Palese si sbriciola assieme ai detriti e all’incuria presenti ormai da mesi sul lungomare. Lo scenario desolante cattura subito lo sguardo dei passanti, nonostante spesso il gioco di riflessi tra sole e mare renda un po’ meno dura questa realtà. Già nelle scorse settimane una cittadina del V Municipio aveva segnalato alla redazione il degrado e lo stato di abbandono in cui versava il lungomare di Palese. Ad oggi la situazione del quartiere residenziale, ormai da anni meta turistica e punto d’appoggio di diversi cittadini stranieri, non sembra migliorata, anzi, tende a peggiorare.
Sporcizia, ringhiere e basi di lampioni arrugginiti, aiuole decadenti e pezzi di marmo staccati dal muretto e isolati solamente con del nastro bianco e rosso, sono solo alcuni degli esempi delle cattive condizioni in cui riversa il lungomare. La riqualificazione e la bonifica degli spazi, stando alle testimonianze dei cittadini, è ancora un miraggio e, inoltre, non sembra essere tra le priorità delle agende delle istituzioni. Il degrado però è evidente e aggravato anche dalla presenza di strutture – un tempo attive e protagoniste della movida palesina – che oggi vertono in stato di abbandono. Tra questi l’ex ostello della gioventù, chiuso ormai da oltre vent’anni, ma anche l’hotel Poseidon, i ristoranti “La vela 2” e “L’ancora”.
In particolare, la sede di quest’ultimo, chiusa in seguito a due differenti incendi dolosi, si è trasformata in una vera e propria discarica. Nell’ultimo mese sono state murate le entrate, ma il problema continua a verificarsi lungo il lato che si affaccia sul mare, colmo di detriti e rifiuti e accessibile a chiunque, anche ai bambini. Tra le attività in stato di abbandono anche il lido “Tiro a Volo”. Un tempo riservato ai militari, lo stabilimento balneare, grande più di 20mila metri quadri, con 400 cabine e una grande pineta, oggi risulta in completo disuso e transennato in maniera superficiale: un pericolo, dunque, per chiunque decida di oltrepassare il confine. Di fatto basta fare una passeggiata per rendersi conto della tangibile verità: luoghi che potrebbero essere valorizzati, portando un valore aggiunto all’indotto turistico e ricettivo locale, risultano invece nel dimenticatoio da mesi, se non addirittura da anni.