Non fu Francesco Colella, ex consigliere comunale di Bari del Movimento 5 Stelle, a scrivere l’insulto sessista alla collega Irma Melini su una scheda di voto durante uno scrutinio segreto nella seduta del Consiglio comunale del 14 novembre 2017.
Lo ha stabilito il giudice monocratico del Tribunale di Bari Antonietta Guerra, che oggi ha assolto «per non aver commesso il fatto» Francesco Colella, imputato per il reato di diffamazione aggravata perché ritenuto l’autore della scritta indirizzata anonimamente alla ex consigliera Melini, costituita parte civile nel processo con l’avvocato Guglielmo Starace.
Nelle due udienze che si sono celebrate il 7 gennaio scorso e oggi, hanno sfilato tutti i 23 consiglieri comunali, compresa la parte offesa, che quel giorno erano in aula e che durante le indagini si sono sottoposti al saggio grafico negli uffici della Procura. La consulenza disposta dal pm durante le indagini aveva stabilito che la scritta sulla scheda fosse riconducibile a Colella, invece una consulenza della difesa ha rilevato il contrario, attribuendo ad un altro consigliere la paternità della frase.
Le motivazioni della sentenza di assoluzione si conosceranno tra 90 giorni, ma Colella annuncia che «presenterà subito una denuncia alla Procura perché accerti l’autore della scritta». A dichiararlo è l’avvocato Gianfranco Schirone, difensore di Colella con la collega Stefania Scannicchio. «Dopo aver subito un calvario e una gogna mediatica – dice il legale – , e alla luce degli spunti su possibili responsabilità di altri emersi durante il processo, ora Colella chiederà alla Procura di fare luce sul vero autore del fatto». (Ansa)