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Psicosi da coronavirus, l’appello di una fuorisede pugliese: “Non perdete la vostra umanità”

Pubblicato da: Serena Manieri | Mar, 25 Febbraio 2020 - 11:46

“Sono una dei tanti ragazzi che ha lasciato la sua bella terra per venire a studiare qui, a Milano. E Milano è dove mi trovo adesso, durante uno dei momenti di maggior tensione che abbia mai vissuto”.

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Inizia così la lettera di una giovane pugliese fuori sede pubblicata dal portale Inchiostro di Puglia. Un racconto dai tratti nostalgici che, nei giorni di massima allerta per la diffusione del Coronavirus, apre una finestra sull’attuale situazione di apprensione dei tanti studenti e lavoratori meridionali che vivono al Nord e delle loro famiglie, costretti a seguire a distanza il susseguirsi di notizie preoccupanti in merito ai nuovi casi di contagio.

La giovane, che si firma con la sola iniziale del suo nome, racconta l’impossibilità di rientrare nella sua terra d’origine a causa della cancellazione dei treni e la sensazione di straniamento data dalla chiusura di università, musei, cinema, locali di ogni genere. “Scendo dal vagone e vedo una calca di gente ammassata sui controllori del treno per chiedere informazioni” – prosegue – “la risposta è sempre la stessa: oggi non parte nulla. D’un tratto mi sento sola, abbandonata”.

E proprio il suo racconto, nato come uno sfogo in un momento di solitudine, diventa occasione per riflettere sull’importanza della corretta gestione di una emergenza come questa da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto dalla gente comune, in particolare sul piano della comunicazione veicolata tramite i social network. “La Regione Puglia ha, giustamente, emanato una disposizione in cui invita tutti coloro che rientrano dal Nord ad avvisare il proprio medico di base. Ero pronta a farlo non appena arrivata” – scrive la studentessa, che sottolinea con disappunto: “adesso i miei concittadini sono talmente spaventati da scrivere cose orribili online. C’è anche chi dice che sarebbe meglio chiudere i confini della Puglia e non far tornare più nessuno. Che chi torna ed esce di casa deve finire in galera. Per favore siate prudenti, ma non perdete la vostra umanità”. Una lettura amara dei tanti post e commenti pubblicati con leggerezza in un momento di paura generale, dove, come sottolinea colei che scrive, è necessaria la prudenza ma occorre non perdere, innanzitutto, l’umanità.

 

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