Distribuzione degli idonei dispositivi di protezione – mascherine, camici, guanti e occhiali. Questa la richiesta dei medici di famiglia e di continuità assistenziale alla Regione Puglia, da parte della Fimmg.
“Abbiamo manifestato l’assoluta necessità che Regione e ASL si adoperino per dotare tutti i medici di medicina generale presenti sul territorio degli indispensabili dispositivi di protezione – che peraltro al momento sono irreperibili nei canali ordinari di vendita” – aggiunge Nicola Calabrese.
“Abbiamo chiesto che in questa fase vengano riviste temporaneamente le modalità organizzative dell’assistenza dei medici di famiglia e delle guardie mediche, per limitare l’accesso spontaneo dei pazienti agli studi e alle sedi di continuità assistenziale, pur nella continuità del servizio di assistenza sanitaria. – aggiunge Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia – In primis a tutela dei cittadini, occorre evitare che i pazienti si rechino direttamente in studio, rischiando di contagiare altri pazienti oltre che il medico”.
Dovrebbero quindi far parte di un percorso formale di accesso ai servizi, orientato alla prevenzione, i consigli che già nei giorni scorsi erano stati comunicati alla cittadinanza dai medici di medicina generale: in caso di sintomi influenzali come febbre, tosse e difficoltà respiratorie, l’invito è a non recarsi presso gli studi medici, la continuità assistenziale o il pronto soccorso. Anche nel caso di una banale influenza, andare dal medico di famiglia, dalla guardia medica o in pronto soccorso, vuole dire rischiare di infettare altre persone.
Occorre invece chiamare lo studio del proprio medico di famiglia o il numero verde 1500.
Sempre al fine di limitare l’accesso agli studi medici, la Regione valuterà inoltre la possibilità di attivare l’erogazione di ricette dematerializzate, che consentirebbero di ricevere la prescrizione direttamente presso la farmacia di fiducia del paziente.
“Come Fimmg abbiamo intenzione di formalizzare la richiesta a Regione e ASL di provvedere a fornire i dispositivi di protezione, per tutelare la sicurezza dei medici di famiglia e continuità assistenziale. Senza di loro, che costituiscono la prima linea del fronte di contrasto, rischia di saltare tutto il sistema nel caso il livello di rischio si dovesse elevare.” – conclude Monopoli.