La storia moderna di Bari è fatta da azioni quotidiane compiute da uomini e donne a servizio della comunità. Il professore Nicola Simonetti, 92enne, medico e storico giornalista ed ex consigliere comunale, rientra in questa stretta cerchia di eccellenze baresi. Questa mattina nella sala giunta di Palazzo di Città, come segno di gratitudine, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha consegnato una targa per il suo impegno in favore della salute. “E’ un piccolo premio Oscar per un supereroe della normalità, la città ne ha bisogno”, ha detto Decaro.
Intorno a Nicola Simonetti si sono radunati familiari e amici. Tanti i racconti sulle sue gesta che affondano le radici fin dal lontano 1944, verso la fine della II Guerra Mondiale. In quei giorni Simonetti, 16enne, in bicicletta raggiungeva Santo Spirito per incontrare importanti personaggi della liberazione nazionale. Oppure nel 1973, periodo in cui Bari fu invasa dall’epidemia del colera e fu tra i primi a studiare e diffondere i rimedi offerti dalla cultura scientifica. Commovente anche il racconto di fine anni ’70, quando Simonetti diede la sua disponibilità ad operare d’urgenza una donna albanese che dai Balcani richiedeva l’aiuto per un intervento chirurgico: “Bastò una telefonata, fu immensa la sua disponibilità”, spiega un commerciante di via Sparano. Un percorso storico pieno di riconoscimenti tra gli inviti al premio internazionale di Stoccolma alla consacrazione con l’Ippocrate d’oro.
“Non so se merito questa attenzione. Ma una cosa è certa, le persone che hanno più compleanni vivono più a lungo”, ironizza Simonetti. Poi in chiusura la citazione di una celebre frase di Anna Frank: “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà anche noi, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità”.