Il fondo interbancario di tutela dei depositi lunedì prossimo dovrà decidere l’intervento per il salvataggio nella Popolare di Bari e non potrà rinviarlo. Sul tavolo del Consiglio del Fondo, c’è l’esigenza di dare un sostegno al capitale della banca commissariata a metà dicembre entro le 24 ore successive, il 31 dicembre, per far risalire i ratio patrimoniali sopra i minimi regolamentari.
Data l’ampia disponibilità liquida di cui gode il Fondo (alla fine dello scorso anno aveva una giacenza di 554 milioni in un conto acceso presso la Banca d’Italia e altri 7,6 milioni su un conto presso Intesa Sanpaolo), rafforzata dai contributi annuali versati in queste ore dai 161 istituti aderenti, il trasferimento di fondi sui conti della Bari, nell’ultimo giorno lavorativo dell’anno, non sarebbe un problema. I Commissari straordinari della popolare, Blandini e Ajello, avrebbero fatto una richiesta iniziale vicina ai 400 milioni ma il Fitd, che è un’istituzione privata, sebbene sotto forma di consorzio obbligatorio, dovrà decidere in piena autonomia e sulla base della valutazione del minor costo (rispetto all’ipotesi di liquidazione della banca) fatta con il proprio advisor, Kpmg, sulla base di un’istruttoria, in corso anche in questi giorni di festa, con lo staff del Fondo guidato dal direttore generale Giuseppe Boccuzzi.
L’attesa in queste ore è che i due Commissari della più grande popolare del Mezzogiorno riescano a presentare una prima stesura di un nuovo piano industriale. Quello precedente, messo a punto nei mesi scorsi dalla banca sotto la guida di Vincenzo De Bustis, con l’aiuto del consulente Oliver Wyman, non sarebbe stato giudicato sufficientemente ambizioso dagli organi del Fondo guidato da Salvatore Maccarone soprattutto sul tema della riduzione dei crediti deteriorati.