Questa mattina i finanzieri di Monopoli hanno posto in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura di Bari, con la quale sono stati disposti la custodia in carcere nei confronti di un 48enne e gli arresti domiciliari a carico di Domenico Birardi (classe 1963).
“L’ordinanza cautelare – sostiene la Procura – si fonda su un compendio gravemente indiziario a carico dei predetti indagati, coinvolti in svariate condotte di bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale nonché di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, che sono state commesse nel periodo temporale 2013-2017. L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce il risultato di un’articolata attività di indagine delegata dalla Procura alle Fiamme Gialle baresi al fine di approfondire, sotto il profilo delle responsabilità penali e delle correlate fonti di prova, i fatti oggetto di specifica denuncia, presentata il 4 ottobre 2017, dal titolare di una società. Nello specifico il denunciante ha riferito che: dal 2013 al 2017 aveva affidato la gestione del personale della propria società al suo consulente del lavoro, Domenico Birardi; verso la fine del 2016 aveva appreso casualmente che la società aveva proceduto nel corso del tempo all’assunzione di circa 450 dipendenti a fronte degli inziali 40 lavoratori; aveva contattato in più occasioni Birardi per avere notizie in merito a tali assunzioni, senza avere alcuna spiegazione; aveva constatato che numerosi dipendenti risultavano essere stati assunti dalla società godendo dei benefici e delle agevolazioni previste dalla normativa di settore; aveva disconosciuto come propria la firma apposta sui singoli contratti di assunzione”.
Le attività investigative della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare che la società attiva nella gestione di servizi a favore di imprese alberghiere e turistiche, aveva sottoscritto numerosi contratti di appalto in qualità di appaltatore nei confronti di società committenti che svolgevano le più svariate attività imprenditoriali: dal commercio al dettaglio di prodotti alimentari, alla produzione di paste alimentari, passando all’attività di fabbricazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo, ed ancora attività di produzione di piastrelle in ceramica o di affitto di aziende ed in fine attività postali e di corriere.
“In realtà, la società – sostiene la Procura ancora – era una vera e propria scatola vuota, collocata al centro di un articolato e ingegnoso sistema fraudolento finalizzato all’evasione delle imposte e all’omissione del pagamento dei contributi previdenziali. In particolare la società – risultata priva di strutture e attrezzature idonee allo svolgimento dei vari servizi appaltati (tenuto conto, altresì, della eterogeneità delle attività svolte di volta in volta dalle società committenti) – garantiva la somministrazione di manodopera alle società committenti, provvedendo ad assumere formalmente i dipendenti che, di fatto, svolgevano le proprie mansioni esclusivamente presso queste ultime. Conseguentemente, l’assunzione formale della veste di datore di lavoro ha determinato la titolarità esclusiva dei debiti fiscali e previdenziali, il cui sistematico omesso pagamento ha causato un’esposizione erariale di oltre 3 milioni di euro che ha inevitabilmente condotto al fallimento della società”.
“In tale contesto – proseguono gli inquirenti – è stato appurato che sarebbero stati distratti disponibilità pari a circa 4 milioni di euro dai conti correnti ovvero dalle casse societarie mediante una serie di prelevamenti di contanti non giustificati, bonifici senza titolo”.