“Santa Subito”, la ricostruzione di vita e morte per mano del suo stalker di Santa Scorese, firmata dal regista barese Alessandro Piva ha vinto il premio del pubblico del Festival di Roma.
“È un segnale importante quello che riceviamo oggi – commenta Piva su Repubblica -, soprattutto quando in selezione c’erano film di enorme capacità di intrattenimento. Il pubblico premia un film che parla, attraverso gente normale, di temi reali del nostro Paese, il che vuol dire che si mette in discussione, riflette, si emoziona su fatti diventati piaga della nostro vivere civile. Il riconoscimento – aggiunge – va alla famiglia Scorese che da quasi trent’anni, con grande dignità, porta avanti la memoria della loro congiunta, ingiustamente strappata loro, una tragedia annunciata che uno Stato efficiente dovrebbe imparare a evitare quando ci sono segnali così conclamati”.
Santa subito è stato prodotto dalla Seminal Film di Piva con il sostegno di Apulia film commission e Fondazione Con il Sud.
E ha voluto ricordare Santa Scorese e l’opera di Piva anche il sindaco di Bari Antonio Decaro. “Santa Subito racconta la storia di Santa Scorese, morta ammazzata dal suo stalker sotto casa dei suoi genitori a Palo del Colle, 28 anni fa. E lo fa attraverso le voci e le testimonianze di chi a quell’omicidio sta cercando ancora oggi di sopravvivere: la famiglia di Santa, le persone che le volevano bene e tante donne e uomini che lavorano e combattono, anche nella mia città, per fare in modo che le donne possano sopravvivere agli stalker, alla prepotenza e alle violenze, al dolore e alle sofferenze che restano per tutta la vita – scrive Decaro – Un abbraccio particolare dalla sua città va ad Alessandro per il premio e per aver scelto questa storia della nostra terra, per aver dato dignità al lavoro di tante associazioni e professionisti impegnati quotidianamente in azioni di sostegno delle donne vittime di violenza. Un abbraccio va anche alla famiglia di Santa che ha avuto la forza di sopravvivere alla morte, alla ferocia di un assassino e ad uno Stato che purtroppo non aveva ancora prodotto una legge contro il femminicidio”.
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