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Fumo e tumore al polmone, c’è il test per la diagnosi precoce

Pubblicato da: redazione | Mar, 10 Settembre 2019 - 11:00

Il rischio di tumore al polmone non è uguale per tutti i forti fumatori e per la prima volta è stato individuato uno screening personalizzato per la diagnosi precoce. Lo dimostra lo studio bioMILD dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Tac spirale toracica a basso dosaggio di radiazioni (LDCT) e test microRNA sul sangue sono i due esami che, in combinazione, possono cambiare il destino di forti fumatori e soggetti ad alto rischio di sviluppo del carcinoma polmonare.

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La ricerca rappresenta una svolta perché scardina l’idea che non sia possibile effettuare una diagnosi precoce del carcinoma polmonare. Al contrario, prova che è possibile stabilire in anticipo chi ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia e definire il calendario dei controlli e le misure preventive. Lo studio è stato supportato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro ed è stato presentata oggi alla 20ma Conferenza mondiale dell’International Association for the Study of Lung Center (IASLC) a Barcellona. BioMILD è stato condotto su circa 4.000 persone, arruolate all’inizio del 2013.

Il 70% dei partecipanti era costituito da forti fumatori – cioè consumatori in media di un pacchetto di sigarette al giorno per 30 anni – con un’età superiore ai 55 anni. Il restante 30% comprendeva volontari nella fascia d’età 50-55 anni, fumatori di 30 sigarette al giorno, sempre da almeno 30 anni. Tutti sono stati sottoposti alla combinazione LDCT-test miRNA, eseguito attraverso il semplice prelievo di un campione di sangue. I miRNA sono piccolissime molecole, molto specifiche, che vengono rilasciate precocemente dall’organo aggredito dalla malattia e dal sistema immunitario.

I risultati sono stati significativi: il 58% dei partecipanti è risultato negativo a entrambi i controlli ed è stato classificato a rischio basso di tumore del polmone, mentre il 37% è risultato positivo a uno dei due esami (rischio medio) e il restante 5% ha avuto entrambi i valori positivi con un rischio molto più alto di ammalarsi. “La nostra ipotesi di partenza era che il rischio di ammalarsi per i forti fumatori non fosse omogeneo, cioè il medesimo per tutti” – spiega Ugo Pastorino, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica di INT e tra gli autori dello studio. “I risultati ci hanno dato ragione perché sulla base degli esiti della TAC e del test miRNA siamo stati in grado per la prima volta di profilare il rischio di malattia e di definire che, a parità di esposizione, il rischio biologico è diverso”. Ne dà notizia l’Ansa.

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