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Bari, travaglio troppo veloce: partorisce in bagno. Il racconto della mamma: “Ho solo seguito l’istinto”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 6 Luglio 2019 - 14:00

La storia è quasi da film. Ma è successo davvero a Bari, pochi giorni fa. Protagonista una neo mamma che si è trovata a dover partorire in casa perché la sua piccola Francesca Rita aveva tanta fretta di nascere.

Tutto è cominciato di notte, alle 2 e 30 con la rottura parziale delle acque. Alle 3 e 45 nessuna contrazione. “Prendo la borsa dell’ospedale con le ultime cose, porto il figlio grande nel lettone dopo l’ennesima sveglia notturna – racconta – ed è allora che cominciano le contrazioni. Chiamo mio marito che allerta mia mamma che abita a sette minuti di macchina da noi”. Il Di Venere è vicinissimo. Dopo pochi minuti da quella telefonata ecco la prima spinta. “Rimango paralizzata perché capisco che sono già arrivata. Mi dirigo in bagno, sul wc, che per quanto poco “romantico” possa sembrare, mi avrebbe consentito di partorire senza aiuti.  Francesca è nata in 5 minuti: prima spinta, sento la testa. Mio marito chiama il 118 urlando “Venite, sta nascendo mia figlia…in bagno!”. Seconda spinta, testolina fuori. Sento la fronte e spingo più che posso per paura che lì sotto possa soffocare.Mentre spingo, con le mani cerco le spalle, punto in cui potevo tirarla “in sicurezza” ed in un attimo Francy è sul mio petto, apre gli occhietti sporchi di sangue, schiude la bocca e piange, ma in modo discreto.

Mio marito prende degli asciugamani e la copre, incredulo, mentre al 118 chiede di venire subito, perché sua figlia è nata. I ragazzi del 118 giungono presto, ci sorridono perché a loro non capitano mai scene di vita, quando vengono in soccorso. Clampano e tagliano il cordone. Francy è tra le braccia di un giovane infermiere, che scoprirò portare il suo stesso nome, in una coperta termica. Con un camice sulla mia camicia da notte blu sono in pochi minuti su una barella di un’ambulanza, direzione piano sesto del Di Venere. Mi fanno espellere la placenta e mi ricuciono. La spinta finale mi ha lacerato un bel po’, ma neanche poi tanto. La mia piccola sta benone”.

“Con il senno di poi – conclude Mariella –  tutti mi dicono che ho avuto coraggio, che sono una donna forte. Io credo che l’istinto di sopravvivenza e la forza di una mamma quando i propri figli sono in pericolo, siano innati e che ci guidano nei momenti più tragici, portandoci a fare cose inaspettate. Del resto, nei paesi dove non ci sono sale parto ed ostetriche, le donne partoriscono da sole tutti i giorni! Non dubitate neanche per un secondo del vostro potenziale: noi mamme abbiamo tutte i super poteri”.

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