“È inaccettabile che ogni estate la Puglia si debba trovare in emergenza rifiuti, a causa della inadeguatezza della Regione che non riesce a fare una seria programmazione. Un fallimento che ha come conseguenza situazioni di emergenza che vanno dalla Capitanata al Salento e che avrebbe dovuto spingere Emiliano e il suo assessore all’Ambiente a rassegnare le dimissioni. Sappiamo però quanto questa maggioranza sia legata alle poltrone. Chiediamo almeno a entrambi, tra un impegno elettorale e l’altro, di venire a riferire in Consiglio su quale sia la situazione reale e di rispondere a quelle domande che facciamo da anni, senza ottenere alcun riscontro”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S che depositeranno la richiesta per una seduta monotematica del Consiglio regionale sull’emergenza rifiuti.
“Fino ad oggi la Regione – continuano i pentastellati – ha prodotto solo continue ordinanze, in alcuni casi andando in deroga ai titoli autorizzativi degli impianti chiamati a contenere l’emergenza. Impianti, di cui spesso abbiamo denunciato le inefficienze, come accaduto per l’ASECO di Ginosa per cui sia Emiliano che Stea avevano solo parole d’elogio e ora sotto sequestro preventivo per decisione della magistratura. Ci preoccupa il ricorso a speciali forme di gestione dei rifiuti che potrebbero non garantire il corretto trattamento della FORSU e favorire l’insorgere di situazioni di rischio igienico-sanitario, la produzione di maggiori emissioni odorigene e la produzione di compost non conforme alla normativa vigente. Desta, ad esempio, particolare preoccupazione l’avvio di alcuni quantitativi di FORSU presso gli impianti di TMB, seppur nell’ambito delle capacità di trattamento autorizzate. Che fine ha fatto il piano rifiuti in nome del quale Stea ha bocciato la nostra proposta di legge che avrebbe contribuito ad introdurre misure concrete per trasformare il rifiuto in risorsa, come da lui stesso ammesso in Commissione? Non ne abbiamo traccia. Evidentemente la Regione preferisce l’emergenza alla buona gestione. Questa situazione ovviamente contribuisce a favorire le lobby private della gestione dei rifiuti, vista la perdurante totale mancanza di impianti pubblici. A pagare come sempre sono i cittadini”.