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Correlazione tra prematuri, antibiotici e insorgenza di disturbi gastrointestinali: la ricerca del Policlinico di Bari

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Lun, 24 Giugno 2019 - 16:15
neonato

Uno studio  sulla prematurità e  l’utilizzo di antibiotici in epoca neonatale come fattori di rischio per l’insorgenza di Disturbi gastrointestinali funzionali. Ad attuarlo cinque centri italiani tra cui la sezione di Neonatologia e Terapia intensiva dell’Università di Bari diretta dal professore Nicola La Forgia. La ricerca ha coinvolto 1152 neonati dal 2014 al 2016, seguiti dal team di medici (a Bari i dottori Maria Baldassarre e Antonio Di Mauro ) fino al compimento dell’anno di vita.
“Abbiamo voluto valutare  – spiega Di Mauro –  l’insorgenza e l’evoluzione nel tempo dei Disturbi Gastrointestinali Funzionali (DGIF). I DGIF comprendono una serie di disturbi molto comuni nei lattanti, tra cui il rigurgito, le coliche e la stitichezza. Inoltre, ed è questa la novità, abbiamo dimostrato che alcuni fattori neonatali – la prematurità e l’uso di antibiotici – sono significativamente associati ad un aumento, soprattutto dei rigurgiti e delle coliche nel primo mese di vita”.

Grazie allo studio è stato possibile valutare  l’effetto di altre varianti quali: l’età gestazionale alla nascita, la tipologia di parto (spontaneo o cesareo), il peso alla nascita, la durata dell’ospedalizzazione dopo la nascita e il tipo di alimentazione nel primo mese di vita)
Lo studio è stato pubblicato su The Journal of Pediatric, prestigiosa rivista scientifica internazionale, tra le più autorevoli in ambito pediatrico (https://www.jpeds.com/article/S0022-3476(19)30544-X/fulltext).
“Il riconoscimento dell’esatta prevalenza dei DFGI – conclude Di Mauro – è importante per pianificare un programma su misura mirato all’informazione dei genitori e al monitoraggio clinico. Inoltre, l’identificazione dei fattori di rischio neonatali associati ad essi rappresenta un prerequisito essenziale per sviluppare fin dai primi mesi di vita sistemi di intervento finalizzati a diminuire i DFGI nelle fasi successive della crescita”.

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