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Agguati sul Gargano, il killer si vantava con la madre. Omicidi pianificati anche durante la manifestazione di Libera

Pubblicato da: redazione | Lun, 3 Giugno 2019 - 18:45

Si confidava con la madre, rivelando dettagli degli agguati che commetteva, il sicario del clan Perna di Vieste, Gianni Iannoli, arrestato oggi su disposizione della magistratura barese per il tentato omicidio del boss Marco Raduano del 21 marzo 2018. La madre, però, lo rimproverava chiedendogli perché si fosse «impelagato in questa immondizia», «in questa merda di cosa».

Il ruolo della mamma del pregiudicato emerge dalle intercettazioni ambientali captate dagli inquirenti della Dda in casa di Gianni Iannoli. «I figli alle mamme dicono tutte cose» dice la donna al 33enne che le stava raccontando dell’agguato fatto a Raduano, scampato alla morte perché «si è bloccato il fucile» spiega l’uomo. Gianni Iannoli rivela alla madre anche i nuovi ruoli criminali in città: «Prima non c’entravo niente io nei fatti loro, mo mi sono messo in mezzo» e ancora «prima comandava Marco (Raduano, ndr), gli ho sparato. Mo voglio comandare io. Non è morto e siamo rivali».

L’operazione di polizia e carabinieri, coordinata dalla Dda di Bari – dal procuratore aggiunto Francesco Giannella e dai pm Giuseppe Gatti, Ettore Cardinali e Luciana Silvestri – è stata ribattezzata “Scacco al Re” e si inserisce nelle indagini sui nove omicidi di mafia e sugli altri tentati omicidi compiuti negli ultimi tre anni a Vieste. Tre di questi agguati sono stati commessi in una data che gli inquirenti della Dda definiscono «evocativa» e «strana per essere una semplice coincidenza»: il 21 marzo, primo giorno di primavera e data scelta dall’associazione Libera per ricordare le vittime di mafia. In quella data «anziché celebrare la vita – ha detto il procuratore Giuseppe Volpe – la mafia celebra la morte». Dopo l’agguato fallito del 21 marzo 2018 in cui Marco Raduano era rimasto ferito, i cugini Iannoli «evidenziano il proposito di porre fine alla guerra con l’eliminazione di almeno tre esponenti rivali» spiegano gli inquirenti riferendo il contenuto di alcune intercettazioni, pianificando «un agguato per ucciderli contemporaneamente, in un periodo, quello estivo, in cui Vieste è piena di turisti». «Li devi acchiappare a tutti e tre insieme, – dice Gianni Iannoli in una conversazione – sarebbe un prosciutto proprio, tutti e tre insieme sono crudo e mozzarella»

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