La vicenda ha dell’assurdo. E gioca sul futuro di dieci famiglie: dieci dipendenti dell’ex Fiera del Levante che un lavoro lo avevano ma che, con la promessa di un impiego nel nuovo cinema multisala che doveva essere realizzato all’interno del quartiere fieristico, furono “costretti” a firmare le dimissioni. Era il 31 maggio del 2015. Da allora, dopo corsi di formazione, si ritrovano senza ammortizzatori sociali, senza stipendi e senza un impiego.
La vicenda
Il progetto riguardava la realizzazione di un multisala con schermo 4D che doveva nascere nel 2015 all’interno della Fiera del Levante. Dieci lavoratori ex Fiera firmarono le dimissioni con la promessa che nel giro di un anno avrebbero avuto il nuovo impiego all’interno del cinema. La struttura avrebbe dovuto inglobare non solo il personale eccedente della Fiera ma anche il personale dell’ex Cinema Armenise (la Stardust, l’azienda coinvolta nel progetto, è costituita da 3 soci, Pino Armenise, Pasquale Loseto e Vissia Loseto).
La Stardust ha buttato giù l’ex capannone della Fiera, ma poi il cantiere si è fermato a causa di un contenzioso tra l’azienda che avrebbe dovuto costruirlo e che ha ottenuto l’immobile in affido e l’ente Fiera.
Nel frattempo i lavoratori, senza un impiego, si sono rivolti anche ad un giudice che però ha sentenziato che non potevano essere reintegrati nell’ente Fiera perché non erano stati licenziati dal gestore del cinema (come prevedeva la clausola di salvaguardia). Cinema che però non è mai stato aperto. “Purtroppo – spiegano ancora – il giudice ha preso alla lettera quanto scritto nel verbale di accordo sindacale tra le parti. E in presenza di un mancato licenziamento ha prodotto la sentenza a nostro danno. Senza avere cura di approfondire l’intera assurda vicenda che a distanza di quattro anni ci vede coinvolti e penalizzati”.
La protesta
Questa mattina i lavoratori hanno protestato in corso Vittorio Emanuele. “Avevamo creduto in quel progetto – ci raccontano – dopo 30 anni di lavoro in Fiera. Invece ad oggi ci troviamo senza un impiego: il cinema non è stato costruito e noi siamo a spasso. Il Comune e gli altri soci dovrebbero intervenire: noi lo avevamo un lavoro, ma ce lo hanno rubato. Rivogliamo solo quello che è nostro”.