Lo scambio di lettere tra i due presidenti Emiliano e Chiamparino è servito a trovare l’intesa politica, adesso toccherà agli uffici amministrativi perfezionare l’alleanza Puglia-Piemonte sull’acquisto dei farmaci. Il vantaggio dell’accordo è soprattutto pugliese, la regione con la spesa più alta in Italia dopo la Sardegna nonostante abbia fatto registrare, negli ultimi due anni, forti risparmi e una razionalizzazione dei costi.
Il Piemonte è ormai un punto di riferimento italiano nell’acquisto dei farmaci e la Puglia è pronta a stringere un accordo sulle gare di acquisto. L’obiettivo è estendere l’apertura alla concorrenza e così ridurre i prezzi, risparmiando risorse da reinvestire. La convenzione, che sarà firmata a stretto giro tra i due soggetti che si occupano delle gare (Innovapuglia e Scr) prevede che d’ora in poi la Puglia si aggreghi alle procedure di gara che il Piemonte bandirà. L’intesa riguarderà, in prima battuta, l’acquisto di farmaci biosimilari ed equivalenti, ma è nelle intenzioni di estendere l’accordo anche ai dispositivi medici. C’è stata già una prima collaborazione, Puglia e Piemonte hanno partecipato come unico soggetto a quattro gare e i risultati sono stati positivi: è stato stimato un risparmio tra il 50 e il 60% rispetto agli appalti precedenti. Indire bandi comuni aiuta a mettere in moto aggregazioni in grado di incidere sul mercato.
La Puglia, d’altronde, ha necessità di abbattere la propria spesa farmaceutica, lo chiedono i ministeri dell’Economia e della Salute: da questo obiettivo dipende anche l’uscita definitiva dal piano di rientro e, di conseguenza, la possibilità di poter tornare ad assumere senza vincoli. Nel 2018 la spesa per l’acquisto dei medicinali è calata, c’è stata una riduzione quasi del 7% rispetto all’anno precedente (secondo miglior risultato a livello nazionale dopo quello delle Marche, dato Federfarma), mentre nel biennio 2017-2018 il risparmio per le casse pubbliche è stato di 74 milioni. Ma non è ancora sufficiente.