Un ergastolano, Cosimo Damiano Carbone, di 63 anni, è stato ucciso ieri nei pressi della sua abitazione a Trinitapoli, tra le province di Bari e Foggia. L’uomo era ritenuto dagli inquirenti al vertice della mafia di Trinitapoli. Era stato condannato all’ergastolo, ma beneficiava periodicamente della detenzione domiciliare per problemi di salute. A quanto si è saputo, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco mentre era in auto nelle vicinanze della sua abitazione.
L’uomo sarebbe stato ucciso con almeno tre colpi di fucile. I carabinieri starebbero verificando la presenza di un’altra persona che era in auto con la vittima al momento dell’agguato. L’auto dei sicari – a quanto si apprende – sarebbe stata trovata completamente bruciata. Un valido aiuto alle indagini potrà giungere attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza installate nella zona. Cosimo Damiano Carbone era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Savino Saracino, compiuto a Trinitapoli il 30 settembre 2004. Carbone fu fermato dai carabinieri due giorni dopo l’uccisione di Saracino, che aveva 35 anni, e il tentativo di omicidio di Michele Miccoli, 32 anni, entrambi pregiudicati. L’agguato – secondo le indagini – maturò nell’ambito di contrasti tra gruppi malavitosi rivali. Anche il fratello più grande di Cosimo Damiamo Carbone, Antonio, di 70 anni, fu ucciso il 27 maggio del 2014 con tre colpi di fucile calibro 12 nel centro di Trinitapoli mentre era a bordo della sua auto. Quello di oggi è il secondo omicidio compiuto a Trinitapoli dall’inizio dell’anno: il primo era avvenuto il 20 gennaio scorso quando venne ucciso il pregiudicato Pietro De Rosa. (Ansa)