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Bari, troppi pensionamenti e poche assunzioni. De Gregorio (Uil): “A rischio i servizi ai cittadini”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Gio, 14 Marzo 2019 - 16:00

Davide De Gregorio, segretario regionale coordinatore Area Metropolitana di Bari per la Uil Fplaffronta il problema dei pensionamenti negli enti baresi che porterà ad un collasso dei servizi per i cittadini, se non si provvederà subito con un buon piano di assunzioni.

Qual è la situazione attuale in tema di pensionamenti negli enti a Bari?

“Come è noto l’età media dei dipendenti della pubblica amministrazione è molto alta, motivo per cui i pensionamenti sono notevolmente aumentati già dall’ultimo triennio a causa anche della riforma Fornero, che ha posticipato l’uscita di molti lavoratori simultaneamente”.

Si rischia il collasso?

“Il collasso è già in atto ed è sotto gli occhi di tutti. La situazione è molto critica e rischia di degenerare giorno dopo giorno. Si stanno mettendo a rischio servizi pubblici di una certa rilevanza e che incidono quotidianamente sulla vita dei cittadini”.

Che ripercussioni ci sono quindi sui servizi?

“Lunghe code allo sportello, quando si ha la fortuna di trovare uno sportello aperto. Centralizzazione dei servizi con conseguente allentamento dalle periferie. Brusco rallentamento dell’innovazione tecnologica dei servizi. Ritardo nell’erogazione delle prestazioni a cui si ha diritto. Sfruttamento delle professionalità presenti all’interno degli enti che si troveranno a svolgere mansioni non proprie del profilo di appartenenza. Disorganizzazione degli uffici”.

La quota 100 potrebbe portare ad un peggioramento della situazione?

“Gli effetti di quota 100 sicuramente si faranno sentire anche se, dalle notizie che ci arrivano, al momento la misura non sembra riscuotere il successo che qualcuno si aspettava. Credo che il momento più alto di uscita sarà tra il 2020 ed il 2021 quando cioè le finestre saranno aperte (visto che comunque ci vogliono sei mesi di preavviso) e quando i calcoli della pensione spettante riducono la forbice tra il calcolo ”Quota 100” ed il calcolo “Fornero”. Purtroppo l’aspettativa della giusta e meritata pensione deve fare sempre i conti con l’aspettativa economica. E visto che i coefficienti di calcolo con Quota 100 sono rimasti gli stessi della Fornero, più tempo contributivo avrò e più potrà aumentare la mia pensione, motivo per cui in molti stanno pensando di ritardare il più possibile l’uscita dal servizio. Ripeto comunque che gli effetti si faranno sentire già dall’anno prossimo, aggravando la situazione”.

Perché allora non si procede subito con nuove assunzioni?

“Questa è una bella domanda che merita una certa disamina. Purtroppo nella amministrazione ci sono state nel tempo varie motivazioni che hanno man mano portato ad un brusco rallentamento delle sostituzioni dei pensionamenti. C’è stato un momento in cui la politica ha preferito destinare le risorse economiche ad altre finalità anche se di importanza residuale. C’è stato il momento in cui questa situazione si è aggravata a causa di una legge, ripetuta nel tempo, che ha bloccato le assunzioni della pubblica amministrazione perché qualcuno riteneva che i dipendenti pubblici fossero troppi. Oggi assistiamo a un periodo in cui al massimo la legge ti consente di sostituire un pensionamento con una nuova assunzione. In questo quadro chi ha avuto la maggior responsabilità sono stati gli Amministratori sempre più attenti alle prossime elezioni anziché ai servizi da garantire alle prossime generazioni. Facendosi scudo delle leggi, approfittando anche dei sempre più stretti vincoli di bilancio che nel tempo si sono rafforzati, hanno definitivamente abdicato all’idea di fare assunzioni, puntando, nei migliori dei casi, all’utilizzo dell’istituto della mobilità volontaria dei dipendenti, cioè quando un’amministrazione chiede al personale dipendente di altre pubbliche amministrazioni di trasferirsi. Ma, siccome il tutto è vincolato al rilascio del nulla osta dell’ente di appartenenza (che versa nelle stesse condizioni dell’ente che ha fatto richiesta) i casi in cui la procedura si è conclusa positivamente sono davvero in numero limitato. Si è solamente perso del tempo. Oggi assistiamo a diversi piani occupazionali che purtroppo arrivano molto tardi rispetto ai tempi e che in nessun modo potranno ripristinare i giusti equilibri fra dipendenti/cittadini che possano garantire i giusti servizi in favore dei cittadini”.

Cosa ci aspetta allora?

“Ci sono Comuni che a breve non avranno altra possibilità che chiudere definitivamente i battenti e ci sono aziende sanitarie in cui la situazione in termini di personale sanitario è già tragica, ma se si parla di personale amministrativo e tecnico non resta altro che piangere”.

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