Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Pd. Con un’affluenza oltre il milione e settecentomila votanti, il governatore del Lazio ha ottenuto circa il 70 per cento, oltre un milione di preferenze, largamente al di sopra della maggioranza necessaria del 50% più uno. “Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie – esulta Zingaretti -. Viva la democrazia italiana!”.
Zingaretti dedica la vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, ai poveri e ai giovani disoccupati. Promette un Pd inclusivo, “aperto a una nuova alleanza” di centrosinistra. “I delusi sono tornati e torneranno”, assicura, “stavolta non possiamo deluderli”. La sua leadership viene riconosciuta da tutti i big del partito, a iniziare dagli altri candidati. Roberto Giachetti, terzo con il 12% ufficioso, chiama Zingaretti e si complimenta. “Altro che macerie”, dice sottolineando l’alta partecipazione. “Buon lavoro Segretario!- twitta Maurizio Martina, intorno al 18% -. Da oggi sempre più #fiancoafianco nel PD per l’Italia”. “Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico -dice Matteo Renzi, il convitato di pietra -: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo”.
Non tarda anche il commento di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia: “Stasera le primarie con 1 milione e 700mila elettori hanno fatto vincere con Nicola Zingaretti anche una comunità di uomini e di donne in carne ed ossa, che non ha bisogno né di guru e né di oscure piattaforme informatiche.
Questa comunità – dice Emiliano – ha saputo riprendere in mano un grande partito fatto di milioni di militanti e di elettori restituendolo alla sua origine democratica e plurale. Da oggi vogliamo vivere in amicizia ed armonia senza rottamare e asfaltare nessuno, chiedendo a tutti noi umiltà e onestà cristalline per opporci alle lobbies che distruggono l’ambiente e la povera gente, al neofascismo che inselvatichisce le nostre periferie sofferenti e ai chiacchieroni che tradiscono ogni giuramento. Riprendiamo la nostra strada senza pensare alle amarezze e alle sconfitte del passato per andare incontro ad un’Italia giusta, determinata e bellissima che faccia della speranza e dell’accoglienza la sua bussola”.