Il totale dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata è di 30.360 immobili e 3.748 aziende: sono stati già assegnati 17.220 immobili e 2.894 aziende. Sono i numeri risultanti dalla gestione dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, divulgati oggi a Roma in un incontro con 64 sindaci assegnatari dei beni tolti alle mafie.
«Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata ha un valore culturale, etico ed educativo altissimo perché la reintroduzione degli immobili e delle aziende in un contesto di legalità rappresenta un messaggio positivo per la società: lo Stato si impone sempre su chi delinque», sottolinea GNews, quotidiano online del ministero della Giustizia. Secondo le valutazioni degli esperti, «è opportuno accorciare sempre di più i tempi di destinazione rispetto ai provvedimenti di confisca e monitorare scrupolosamente l’effettivo utilizzo delle aziende e degli immobili distribuiti». Per quanto riguarda la ripartizione geografica, l’82% degli immobili si trova nel Sud (40% in Sicilia, 18% in Calabria, 14% in Campania, 11% in Puglia) mentre la Lombardia con l’8% di beni confiscati è la prima tra le regioni non meridionali. Nel Lazio, i Comuni si sono visti assegnare 780 beni confiscati e sono 1.023 quelli in attesa di assegnazione.