Puglia poco solidale quando si parla di donazione di organi. Aumentano, infatti, i “no” e, di conseguenza, diminuiscono i trapianti. La Puglia veste ancora una volta la maglia nera: mentre nel resto d’Italia l’attività di donazione si consolida e le liste di attesa calano per il terzo anno consecutivo, da Lecce a Foggia il trend è inverso e la situazione peggiora.
I dati contenuti nell’ultimo rapporto del ministero della Salute sono impietosi: nel 2018 la percentuale di opposizione alla donazione di organi è cresciuta ancora, passando dal 43,4% del 2017 al 52,2% dell’anno scorso (nel 2016 era del 38,3%). In nessuna regione si registrano dati così alti, dopo la Puglia c’è la Sicilia con il 47,4% di “no”, a seguire la Campania con il 41,8%, mentre la media italiana è del 29,9%. Ma anche a livello di “donatori utilizzati” la Puglia è nelle retrovie: nel 2018, il rapporto è stato di 7,1 donatori per ogni milione di abitanti, contro il 9,8 del 2017. Peggio della Puglia fa solo il Molise (6,4 donatori ogni milione di abitanti), la media nazionale è lontanissima (22,6). Così, se gli ospedali come Torino (377 trapianti in un anno), Padova (339), Pisa (199), Bologna (192) consolidano la loro attività e la incrementano, dando una speranza diversa ai propri pazienti, a Bari il numero di trapianti si ferma a 89.
Le brutte notizie non finiscono qui: il 41,6% dei pugliesi ha fatto registrare sulla propria carta d’identità elettronica il “no” alla donazione in caso di morte improvvisa. Insomma, un pugliese su due è contrario al fatto che i suoi organi vengano espiantati dopo il decesso per aiutare qualche altra vita. Mentre quando sono i parenti delle persone decedute a dover decidere, nel 52,2% dei casi i medici incassano un rifiuto (percentuale più alta in Italia). Tutto questo avviene in un quadro nazionale dove la tendenza è inversa: le dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi sono quasi raddoppiate. Il dato 2018 sull’attività complessiva di donazione è il secondo migliore di sempre: lo scorso anno ci sono stati 1.680 donatori (tra deceduti e viventi), con una flessione di 83 unità rispetto al 2017 ma ben al di sopra della media degli ultimi 5 anni.