Bagno di folla per il ministro Matteo Salvini a Bari, davanti al teatro Petruzzelli, dove si è svolto il comizio elettorale per lanciare la volata al candidato sindaco della Lega a Bari, Fabio Romito: “E’ giovane, preparato, conosce la città: dategli fiducia”, ha detto. Circa tremila le persone presenti, applausi e acclamazione per Salvini, tutto questo mentre qualche centinaio di metri più distante sfilava il corteo di protesta (ne parliamo in un altro articolo, foto copertina di Daniele Leuzzi).
«Scelgono i baresi – ha proseguito il ministro – mi sembra ci siano diversi problemi dal commercio alle tariffe urbane, ai trasporti pubblici alle case popolari. Il sindaco di Bari è molto impegnato a bisticciare col ministro dell’Interno e a occuparsi di immigrati, vediamo se i baresi saranno contenti oppure no». «Scelgono i cittadini – ha aggiunto – io vengo a sostenere un ragazzo giovane, competente, che conosce la città bene, è in consiglio comunale, che non ha padroni e padrini, è nuovo, guarda avanti e non è figlio di vecchie logiche o di vecchi accordi e quindi la Lega e mette a disposizione de baresi una opportunità poi in democrazia scelgono i cittadini». Quanto al voto per le Regioni Salvini ha evidenziato quanto sia «fondamentale perché la Regione gestisce gli ospedali, le strade, aiuta gli agricoltori , gli studenti, i disoccupati». E quindi i cittadini «hanno mandato a casa la sinistra in Friuli Venezia Giulia, in Molise, a Trento, a Bolzano, in Abruzzo domenica spero in Sardegna perché è una terra stupenda, dimenticata tenuta lontana appositamente dal centro politico». Poi l’anno prossimo verrà «la Regione Puglia, diciamo che dopo anni, anni e anni, di sinistra, se ci fosse voglia di cambiamento e di futuro, sarei contento», ha concluso il leader della Lega.
«Lavorerò per avere entro l’estate la legge» che rende obbligatorie «le telecamere negli asili» perché «anche io divento una bestia quando leggo quegli articoli sui giornali», di chi «se la prende con bambini e disabili», ha detto Salvini sottolineando che ci sono a disposizione «134 milioni di euro», e che le telecamere saranno uno strumento anche di tutela per insegnati e operatori delle strutture. Tanti i temi toccati, ad esempio l’immigrazione: «Io mi autodenuncio: se qui arriva un altro barcone, non sbarca più nessuno». «Se qualcuno – ha aggiunto – pensa di mettermi paura con i processi ha trovato la persona sbagliata. Io vado avanti come un treno. Se ho sbagliato pagherò. Una volta i politici venivano processati perché sbagliavano. Oggi qualcuno vorrebbe processarmi perché ho difeso i confini del mio Paese». «Io – ha anche sottolineato il ministro – gli avversari non li affronto con le manette e i processi» perché «questa non è democrazia».
«Per me quello della nave Diciotti è un caso che non si è mai aperto, nel senso che c’è tanto interesse giornalistico ma io dormivo, lavoravo e lavoro tranquillo». «Rifarei domani mattina, se ce ne fosse bisogno – ha proseguito – esattamente quello che ho fatto. E i risultati mi danno ragione: gli sbarchi sono scesi dai 5000 dell’anno scorso a 200 finora. Aumentano le espulsioni e i controlli e ci sono meno reati», ha concluso Salvini.
Poi una battuta anche sull’autonomia alle Regioni che sta preoccupando la Puglia e tutto il Mezzogiorno e che ha incontrato anche il “no” dei medici. «Qualche governatore di sinistra è preoccupato – dice Salvini – e fa bene. Perché i cittadini li stanno mandando a casa tutti. Quindi l’autonomia fa solo bene a un Sud che è stato usato, derubato, ignorato da politici del sud che non hanno mai risposto delle loro chiacchiere». «Io – ha aggiunto – chiedo ai cittadini pugliesi, campani e calabresi che devono prendere l’aereo per andare a farsi curare da un’altra parte, a lavorare e studiare da un’altra parte, se sono contenti». «L’autonomia fa bene e chi sbaglia paga – ha rilevato – e in Puglia più di uno a sinistra dovrebbe pagare». Quanto alla preoccupazione per una iniqua distribuzione delle risorse, Salvini ha detto: «Nessuno ci rimette una lira».
Ha poi così commentanto la notizia dell’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario mossagli dalla procura di Torino: «Processo più, processo meno, faccio il ministro e lo faccio con orgoglio. Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso dei risultati che stiamo raggiungendo quindi non ho paura di niente e di nessuno». «Io lavoro sereno – ha aggiunto – ognuno fa il suo mestiere. Io faccio il ministro e permetto di arrestare mafiosi, scafisti e spacciatori. I giudici fanno i giudici».