Un bando fortemente criticato quello per le mense ospedaliere, che la Regione Puglia è in procinto di emanare. Non solo perché comporterebbe la perdita di posti di lavoro ma anche perché – a detta dei sindacati – potrebbe ridurre la qualità del cibo offerto. Ne parliamo con Barbara Neglia, segretario generale Filcams Cgil Puglia.
In cosa consiste il nuovo bando per le mense ospedaliere?
Il nuovo bando prevede una riorganizzazione delle cucine ospedaliere oggi esistenti sul territorio regionale, con l’obiettivo di organizzare la gara d’appalto unica per la fornitura del vitto ospedaliero, con centri di cottura unici, facendo rimanere aperti solo quelli idonei. Prevede inoltre la conseguente modalità di erogazione del pasto ai degenti per mezzo di un nuovo processo chiamato cook and chill. Una nuova tecnica che consiste nella preparazione, abbattimento e rigenerazione dei piatti.
Quanto personale sarebbe a rischio con la chiusura delle cucine negli ospedali?
Rispetto a quanto accade ora, con centri di cottura interni agli ospedali, la prospettiva di un cambio così radicale esporrebbe i lavoratori al rischio occupazionale, quasi 2500 addetti del settore. Con la conseguente clausola sociale, che potrebbe non bastare per assorbire l’onda d’urto provocata dalla potenziale chiusura delle cucine ospedaliere, e che potrebbe portare anche a una ridistribuzione del personale su scala regionale.
Motivo che spinge noi organizzazioni sindacali ad essere perplesse soprattutto sulla possibilità data ai concorrenti della futura gara d’appalto di scegliere, appunto, le tipologie di cottura (con l’opzione prima citata) e se avvalersi o meno dei centri di cottura interni indicati come agibili. Il paradosso starebbe nel fatto che chi ha compilato il capitolato, avrebbe invece indicato come “inagibili” molte delle cucine ora utilizzate a pieno regime e che sono state ristrutturate e messe a norma recentemente.
La procedura cook and chill potrebbe comportare anche una perdita di qualità nel cibo fornito?
Da un punto di vista organolettico sicuramente si, visto la refrigerazione e il conseguente riscaldamento della pietanza. Unico possibile vantaggio potrebbe essere la garanzia di una maggior sicurezza in termini batteriologi.
Che tipo di azioni state portando avanti contro questo bando?
Al momento le azioni sindacali si sono concretizzate nella sola interlocuzione con il Governo regionale, ma la forte preoccupazione oggi è determinata dalla totale assenza di aggiornamento di notizie. Il bando, non ancora emesso, lascia con il fiato sospeso migliaia di lavoratori e lavoratrici, e questo inevitabilmente ci indurrà a mettere in campo a breve termine una forte azione sindacale, rispettando la normativa in tema di sciopero nel servizio pubblico essenziale. Ovviamente temiamo che l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale possa diventare strumento propagandistico, utilizzando la vita non solo dei lavoratori ma anche dei degenti, come merce di scambio. Diventa ogni giorno più necessario aprire lo stato di agitazione e le relative procedure di sciopero
Quali sono le motivazioni fornite dalla Regione per giustificare questo cambiamento?
Una riorganizzazione del mondo della sanità, passando anche dal pasto veicolato ai degenti. Mi permetta di dire una cosa, da cittadina prima che da rappresentante dei lavoratori, la Sanità Pugliese ha delle priorità a cui il governo regionale deve prestare le sue attenzioni, e faccio riferimento alle strutture fatiscenti, alle liste di attesa interminabili per alcune prestazioni, alla mancanza di personale medico e paramedico, ma soprattutto a garantire lo stesso livello qualitativo delle prestazioni rispetto ad altre strutture nazionali a tutti i cittadini, ricco o povero che sia e non sentirsi miracolato solo se si hanno delle “conoscenze” . Perché la vera politica deve attraversare anche questi temi.