«Quello si è verificato nella mia città è un episodio grave e che da sindaco ho il dovere di denunciare affinché fatti del genere non si ripetano mai più, nella convinzione che la comunità prenderà le distanze da questi violenti, isolando chi usa la forza come strumento per fomentare il razzismo, l’odio e l’intolleranza». Lo scrive su Facebook il sindaco di Trepuzzi, Giuseppe Taurino, commentando l’aggressione razzista subita da un 22enne della Sierra Leone che vive e lavora nel comune salentino.
Il ragazzo della Sierra Leone, nella notte tra il 21 e il 22 gennaio, è stato insultato beceramente e aggredito da un gruppo di ragazzi. Alhayi Turay, 22 anni, da otto mesi vive nel paese salentino dove è impiegato come custode degli impianti sportivi e già a ottobre insieme con due connazionali era stato vittima di un altro episodio di razzismo. L’altra notte stava dormendo quando è stato svegliato da alcuni rumori: qualcuno, infatti, stava battendo forte contro la porta. Un ragazzo si era introdotto nella sua abitazione mentre altri, invece, erano rimasti fuori. Alhayi Turay è stato prima insultato, poi colpito con una sedia sino a quando non è riuscito a scappare dalla finestra, rifugiandosi in un boschetto a pochi metri da casa sua.
«Chiediamo alle forze dell’ordine – prosegue – di accertare i fatti e individuare i responsabili. Una serata all’insegna della goliardia, con ragazzi ubriachi all’inverosimile, che hanno trovato nel custode degli impianti sportivi, un extracomunitario proveniente dalla Sierra Leone, la vittima del loro odio. Dapprima inseguendolo – sottolinea – per poi picchiarlo, strattonarlo, insultarlo fino a minacciarlo con frasi del tipo ‘sporco negro tornate a casa tua». «Tutto questo – rileva – è gravissimo».
Per il sindaco, «l’aria che si respira è un’aria pesante. D’intolleranza. Di non accettazione della diversità. Di rifiuto delle persone con un colore della pelle diverso dalla nostra». «Trepuzzi – evidenzia – è stato da sempre uno dei Comuni che ha promosso l’accoglienza e che per primo ha ospitato un progetto Sprar. Anche per la dinamica, i fatti denunciati rendono chiara l’idea di come serpeggi all’interno della comunità italiana, questa vena razzista». «Mi auguro innanzitutto che la comunità civile reagisca – conclude – che ci sia la consapevolezza di come non si possano accettare supinamente e con indifferenza queste intolleranza, che molto spesso accade, ce lo insegna la storia, sfociano in ben altro».