“Circa 350 persone sono state assunte, la scorsa primavera, dall’Arif senza concorso, il sospetto è che ci siano alcuni parenti, amici, ma anche affiliati al clan del Gargano. Emiliano venga in aula a riferire non sull’inchiesta penale, né su quella amministrativa – altri sono deputati a farlo – da lui chiediamo come mai un’agenzia alle dirette dipendenze della presidenza ha proceduto a una così massiccia assunzione di personale?”. A parlare è il presidente del gruppo regionale di Direzione Italia, Ignazio Zullo.
“Con quali criteri – continua Zullo – i 39 addetti all’irrigazione e i 304 forestali sono stati scelti, ovvero servivano competenze tecniche in materia o sono stati, così come viene denunciato, segnalati da questo o quel politico o peggio ancora questo o quel capo clan? E le assunzioni avvenivano in coincidenza di campagne elettorali e di primarie? Quali benefici la Puglia e i pugliesi hanno tratto da un così massiccio impiego di lavoratori?”.
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli.
“Non voglio generalizzare: ci sono tanti dipendenti che operano seriamente e sono qualificati, ma il loro lavoro, purtroppo, è offuscato da alcuni brutti costumi – commenta Damascelli – Oggi abbiamo addirittura letto di politici e amministratori locali che continuano a sfornare raccomandazioni. La situazione ormai è insostenibile ed è per questo che siamo costantemente con i riflettori puntati su ciò che accade in quella che sta diventando un’agenzia di collocamento. La Giunta regionale, su questo, che fa? Ha intenzione di avviare un’indagine interna per verificare eventuali parentele o legami affettivi nelle assunzioni recenti, e la loro reale utilità? Capiamo bene, allora, come mai il 90% delle risorse che la Regione trasferisce all’Arif, come dichiarato dal commissario Ragno, serva a pagare stipendi e consulenze. E non parliamo di noccioline, ma di circa 40 milioni l’anno. Se da un lato si continuano a fare assunzioni clientelari, dall’altro la politica nega i diritti a chi lavora prestando un buon servizio: la maggior parte di questi ultimi, infatti, naviga nell’assoluta incertezza. La Giunta regionale, nonostante le nostre denunce ormai quotidiane – conclude – continua a mettere la polvere sotto il tappeto. Ma noi vogliamo sapere: a chi sono legati i neo assunti? Pretendiamo un’azione forte, a tutela dei cittadini pugliesi”.