Ha patteggiato la pena a 4 anni di reclusione il 60enne Antonio Bruscella, imputato nel procedimento sull’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio di Modugno, che il 24 luglio 2015 provocò la morte di 10 persone (nella foto un’immagine subito dopo l’esplosione).
L’imputato, unico socio sopravvissuto all’esplosione, rispondeva dei reati di disastro colposo, violazioni di numerose norme relative alla sicurezza sul lavoro, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Bruscella ha proposto il patteggiamento nell’ambito dell’udienza preliminare in corso dinanzi al gup Francesco Mattiace, che questa mattina, nell’aula bunker di Bitonto, ha accolto la richiesta. Nel procedimento erano costituite parti civili più di trenta persone, tra mogli, figli e genitori delle vittime.
Stando alle indagini della Procura di Bari, coordinate dai pm Grazia Errede e Domenico Minardi, l’esplosione fu causata da una eccessiva quantità di polvere da sparo e dall’utilizzo di utensili non idonei a tagliare sostanze esplodenti. Sono state anche accertate numerose violazioni alle norme sulla sicurezza, come il mancato utilizzo di indumenti ignifughi. Nell’esplosione morirono il fratello dell’imputato, Vincenzo Bruscella, e il nipote Michele, (entrambi titolari della fabbrica insieme con Antonio Bruscella), il cognato Vincenzo Armenise, il cugino Michele Pellicani, lo studente 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, che era lì quel giorno perché stava lavorando ad un sistema elettronico di fuochi musicali, gli amici e collaboratori Giuseppe Pellegrino e Vincenzo Di Chirico e gli operai Banga Harbaajan, Nigah Kumar e Merja Saimir.