Il giudice di pace di Bari ha dichiarato «manifestamente infondata» la questione di legittimità costituzionale sollevata dall’avvocato barese Ascanio Amenduni con riferimento al decreto legge del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, poi convertito in legge, che ha sospeso i processi penali a Bari per tre mesi a causa della inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz.
Il giudice ha ritenuto che «la oggettiva impossibilità di celebrare le udienze penali derivante dalla sopravvenuta indisponibilità dei luoghi è pacificamente connessa con i presupposti di necessità ed urgenza del decreto legge». La questione era stata sollevata nella prima udienza del procedimento in corso dinanzi al Giudice di pace di Bari, chiamato a decidere sulle richieste avanzate dall’avvocato Amenduni di risarcimento danni da parte del Ministero per i disagi causati ai penalisti baresi dalla inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz, ora interamente sgomberato per rischio crollo.
Il giudice ha rigettato anche l’eccezione del Ministero che chiedeva di trasferire il procedimento dinanzi ad un Tribunale amministrativo, ritenendo che la competenza sia del giudice ordinario perché «oggetto dell’azione esercitata nel presente giudizio è il risarcimento dei danni subiti in conseguenza della mancata individuazione di una sede, occorrente alla celebrazione delle udienze e quindi al funzionamento della giustizia» e non riguarda, invece, «scelte o atti autoritativi della pubblica amministrazione». «Il tentativo di far arrivare alla Consulta la questione non è riuscito, – ha commentato l’avvocato Amenduni – ma la strada per l’azione risarcitoria promossa rimane aperta, e, con essa, rimane in vita la possibilità di veder riconoscere agli avvocati penalisti la veste di parti lese dell’incredibile arresto della giurisdizione, economicamente patito soltanto da loro». Il giudice ha fissato la prossima udienza il 21 marzo 2019.