La giunta Decaro ha approvato il secondo stralcio della fase B (seconda fase di ristrutturazione) del teatro Piccinni, il cosiddetto terzo stralcio, per un importo complessivo pari a 1.923.000 euro.
Si tratta del progetto esecutivo relativo agli interventi necessari per completare la ristrutturazione del teatro in relazione al ripristino e all’adeguamento alle attuali norme di sicurezza degli impianti presenti, progetto che non necessita di un appalto specifico in quanto si tratta di lavori complementari già previsti nella gara del secondo stralcio, ma non coperti finanziariamente all’atto della pubblicazione. Grazie a questa delibera, quindi, i lavori potranno essere eseguiti direttamente dall’impresa appaltatrice, la Edilco.
In particolare, gli interventi riguardano la funzionalità della cabina di trasformazione, la realizzazione del gruppo elettrogeno per rendere indipendente il funzionamento del teatro in caso di interruzione dell’energia elettrica, la sistemazione dell’ingresso secondario riservato agli artisti, della portineria e della scala che conduce ai camerini, l’allestimento di nuovi camerini in aggiunta a quelli esistenti, l’adeguamento della postazione di controllo dell’intera impiantistica e il completamento e adeguamento di tutti gli impianti – elettrici, di videosorveglianza e impianti speciali – alle più recenti normative. Interventi minori saranno riservati a piccoli restauri conservativi e all’allestimento di arredi vari Al termine dei lavori, che si prevede di eseguire in circa 90 giorni, il teatro sarà ultimato e fruibile nella sua interezza.
“A lavori ultimati, verosimilmente entro la prossima primavera – commenta Giuseppe Galasso – sarà necessario attendere le operazioni di collaudo e le autorizzazioni di tutti gli enti preposti. In ogni caso, la prossima stagione teatrale del Comune di Bari potrà contare sulla piena restituzione del teatro comunale al pubblico, con 775 posti complessivi, oltre ad aver restituito finalmente uno dei contenitori culturali più belli e importanti della città ai suoi legittimi proprietari: i baresi”.