Il 77% degli studenti e laureati in discipline informatiche delle Università pugliesi vorrebbe rimanere sul territorio per mettere a frutto le competenze acquisite e far sviluppare il tessuto socioeconomico regionale. Tuttavia, il comparto It pugliese fa fatica a reperire le competenze necessarie sul mercato del lavoro per supportare la sua crescita. Ogni anno, le cinque università pugliesi laureano circa 550 studenti per un fabbisogno totale annuo di tutto il settore It pugliese (composto da circa 1.000 imprese) stimato in alcune migliaia (circa il quadruplo).
Se ne è parlato durante “Internet of Skills”, l’evento organizzato a Bari dal Distretto produttivo dell’informatica pugliese, al quale sono intervenuti esponenti del mondo della ricerca, delle istituzioni e di aziende come Auriga, Exprivia|Italtel, Fincons Group e Talentia Software. Nel corso dell’evento, al quale ha partecipato anche il presidente di Anitec-Assinform (Associazione Nazionale delle imprese Ict e dell’Elettronica di Consumo) Marco Gay, è stato presentato il report 2018 dell’Osservatorio It (vedi in allegato), composto da tre ricerche condotte sulle aziende associate al Distretto e su studenti e laureati.
“Il settore It pugliese è solido, dinamico, in crescita ed estraneo ai luoghi comuni che lo considerano impegnato soprattutto in attività di fornitura alla Pa – ha spiegato il presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese Salvatore Latronico –. Tuttavia, è necessario fare un ulteriore sforzo per far percepire quello pugliese come un territorio dell’innovazione: ciò può verificarsi se si realizza una collaborazione strategica concreta tra Università, istituzioni e imprese, i tre attori fondamentali dei processi innovativi. L’attuazione di politiche per favorire la digitalizzazione del territorio e per supportare l’industrializzazione delle innovazioni, realizzate dalla consolidata collaborazione tra imprese e mondo della ricerca, potrebbe rafforzare il sistema produttivo locale e motivare tanti giovani a restare o venire in Puglia. Contestualmente, per migliorare l’incontro tra le due parti sul mercato delle professioni, è necessario che la domanda di lavoro da parte delle imprese sia più correttamente indirizzata e specializzata”.