Da quando è nato, poco più di quattro anni fa, è su una sedia a rotelle con il capo reclino. Non riesce a masticare ed è costretto a nutrirsi solo con pappe frullate, non parla ma emette solo suoni indecifrabili e deve essere costantemente seguito da mamma, papà o da qualche assistente sociale.
Per la grave “paralisi infantile” di un bambino italiano, ma di origini egiziane, al quale sono stati riscontrati danni cerebrali permanenti sono finiti sotto processo a Monza tre medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Sesto San Giovanni, un anestesista e un pediatra accusati di lesioni gravissime.
Al centro del dibattimento, che domani con la testimonianza in aula dei genitori del piccolo entrerà nel vivo, c’è la vicenda di un bimbo nato nell’agosto 2014, e delle presunte “negligenza, imprudenza e imperizia” in sala parto e il “ritardo” del suo trasferimento, avvenuto solo due giorni dopo la nascita, in un reparto di patologia neonatale affinché ricevesse le cure più adeguate. Ne dà notizia l’Ansa.