Era stato sospeso dopo che il collegio giudicante aveva sollevato davanti alla Consulta la questione di costituzionalità della norma che vieta ai magistrati l’iscrizione ai partiti politici, questione ritenuta infondata dalla Corte costituzionale. Riprenderà il prossimo 6 dicembre, al Csm, il processo disciplinare a carico del governatore della Puglia Michele Emiliano accusato di aver violato il divieto – esteso ai magistrati in aspettativa o fuori ruolo, come nel suo caso – di iscriversi a partiti politici e di partecipare in maniera sistematica e continuativa alle loro attività.
A presiedere il collegio che deve giudicare Emiliano non sarà David Ermini che, in qualità di numero due di Palazzo dei Marescialli, guida di diritto la Sezione disciplinare di Palazzo dei marescialli, ma Fulvio Gigliotti, laico di area M5S. Una scelta dettata probabilmente da ragioni di opportunità, visto che a Emiliano si contesta la sua candidatura in alternativa a Matteo Renzi alla segreteria del Pd, lo stesso partito di cui Ermini è stato esponente sino al suo approdo al Csm.
Prima della sospensione il pg della Cassazione aveva chiesto per Emiliano la condanna alla sanzione più mite, l’ammonimento.