La rinuncia a visite o accertamenti specialistici per problemi di liste di attesa complessivamente riguarda circa 2 milioni di persone (3,3% dell’intera popolazione), mentre “sono oltre 4 milioni le persone che rinunciano per motivi economici”. E’ uno dei dati forniti dall’Istat.
La lunghezza delle liste d’attesa è causa di rinuncia alle prestazioni per quasi il 5% di coloro che hanno un’età compresa tra 45 e 64 anni, e per il 4,4% degli ultra65enni. Inoltre, tra quanti dichiarano che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti, l’incidenza della rinuncia alle prestazioni specialistiche è complessivamente pari al 5,2%, a fronte dell’1,9% tra le famiglie che dichiarano di avere risorse ottime o adeguate.
Forti, secondo l’Istat, le differenze tra Nord e Centro-Sud. La percentuale più bassa si rileva infatti nel Nordest (2,2%) e la più elevata nelle isole (4,3%). Distinguendo le prestazioni sanitarie, la rinuncia per liste di attesa è più frequente per le visite specialistiche (2,7%) rispetto agli accertamenti specialistici (1,6%).