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Bari, pesce non etichettato nei piatti dell’osteria di Torre a mare, la difesa sui social: “Peccati veniali, ecco come lavoriamo”

Pubblicato da: Antonino Palumbo | Mar, 13 Novembre 2018 - 06:15

“Sono rammaricato all’ennesima potenza per quanto accaduto. Sbagliare è umano, ma stiamo pagando a caro prezzo delle irregolarità minime”. Commenti, foto delle etichette dei prodotti, post e video su Facebook per mostrare le condizioni della pescheria e delle cucine. Fra un messaggio e l’altro, i commenti dei clienti, da chi sostiene e incoraggia titolari e responsabili dell’attività a chi chiede spiegazioni per quanto accaduto venerdì scorso all’Osteria del Porto di Torre a Mare, Bari, il cui titolare è stato denunciato per abusi demaniali e frode in commercio, e verbalizzato per violazioni in materia di tracciabilità del prodotto ittico e norme igienico-sanitarie, per un totale di 2.500 euro di sanzione pecuniaria.

Al di là della questione dei pannelli antivento ancorati alla pavimentazione in pietra, e non dotati di ruote per la loro rapida rimozione, il titolare Gianni Degrassi e il responsabile Rocco Catalano si sono premurati di tranquillizzare sia i lettori della pagina FB “Borderline 24 – Il Giornale di Bari”, sia gli utenti della loro pagina (e clienti dell’attività) a proposito del sequestro di cozze nere aperte o sgusciate destinate al consumo ed immerse in acquaprodotto ittico vario privo di documentazione comprovante la provenienza.

“Come voi sapete – ha spiegato Catalano – noi lavoriamo tanto e per essere veloci nel servizio durate la mattinata, facciamo una lunga preparazione e poniamo gli alimenti nelle vaschette, mi sapreste spiegare come mettere l’etichette nelle vaschette pronte per essere cucinate?”. E ancora: “Se la etichette non sono state trovate è solo perché i cartoni che contenevano l’etichette sono state buttati involontariamente: le fatture dell’acquisto sono state visionate”.

Sulla pagina Facebook del locale, commentando un posto immediatamente successivo, una “cliente affezionata ma che è rimasta alquanto delusa” ha chiesto ai titolari dell’attività di “precisare su quanto accaduto, si parla d’igiene e prodotti di dubbia provenienza. sulle licenze relative agli spazi poco importa al cliente, ma su quello che mangia si deve esser certi”. Immediata la risposta di Osteria del porto: “Se avessero trovato pesce vecchio e poca igiene i problemi sarebbero stati un tantino più gravi… avrebbero chiuso completamente la nostra attività!”.

Inoltre, gli stessi Degrassi e Catalano in un video pubblicato sulla pagina hanno mostrato le condizioni della pescheria e dell’osteria, per smentire le accuse e tranquillizzare gli aficionados.

“Il problema è che se la roba sta per andare in cottura, come faccio a mantenere le etichette nei contenitori? Una pescheria non può tenere le cozze in acqua – ribadisce Catalano, contattato telefonicamente – ma noi siamo autorizzati alla manipolazione e alla lavorazione del prodotto: abbiamo bisogno di prepararci la linea durante la mattinata e il controllo è arrivato intorno a mezzogiorno e mezzo, quando la preparazione al culmine”.

Malgrado l’ampia levata di scudi da parte dei clienti abituali, nel weekend il locale ha riscontrato un comprensibile calo dell’affluenza: “Non ci era mai successa una cosa simile, a livello di immagine è stata una brutta botta. Sabato a pranzo, della solita fila che di solito si crea da mezzogiorno, prima dell’apertura, non c’era traccia. Ma noi siamo tranquilli, chi ci conosce, sa che non siamo dei truffatori”.

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