Sette pugliesi su dieci ritengono che la mafia sia un fenomeno globale e il 52,2 per cento la considera un fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso dovuto per lo più alla possibilità di guadagni facili, quindi alle difficoltà economiche e lavorative, alla ricerca di potere e al contesto familiare. Anche la percezione della diffusione della corruzione in Puglia risulta molto ampia, il 90,4% degli intervistati a fronte del 73,4% a livello nazionale.
Sono alcuni dei dati del rapporto LiberaIdee, una ricerca sociale fatta dall’associazione Libera su 343 questionari sottoposti ai pugliesi e presentato oggi a Bari, che fotografa la percezione che i cittadini hanno dei fenomeni corruttivi e mafiosi. Dal report emerge che la sfera politica è il principale bersaglio selettivo della sfiducia: il coinvolgimento nella corruzione viene considerato significativo nei confronti di membri del Governo e del Parlamento (55,4%) e dei membri dei partiti (46,6%). A seguire, i funzionari pubblici che assegnano gli appalti (32,4%). Viene inoltre segnalato in misura superiore alla media nazionale un presunto coinvolgimento di esponenti delle forze dell’ordine (24,2%), in particolare da parte dei più giovani.
I motivi principali per cui gli episodi di corruzione non vengono denunciati sono il timore per le conseguenze della denuncia e la paura che l’intero sistema sia corrotto, compresi coloro che dovrebbero raccogliere la segnalazione, la rassegnazione determinata da una presunta inutilità della denuncia, l’idea che la corruzione sia difficile da dimostrare. “Preoccupa – dice Libera – che il 28,8% dei rispondenti in Puglia, afferma che coloro che non presentano denuncia di fronte a fenomeni corruttivi lo fanno perché ritengono la corruzione un fatto normale”. Con riferimento ai fenomeni mafiosi, i pugliesi ritengono tra le attività principali della mafia in Puglia il traffico di stupefacenti (70%), l’estorsione (40,8%) e il lavoro nero (36,4%).